La soluzione finale
Tel Aviv ha formalizzato l’obiettivo di “prendere il controllo” di tutta la Striscia di Gaza. Tra le altre notizie: 3 persone sono state arrestate nel Regno Unito per supporto a Palestine Action, è confermato il campo largo alle elezioni regionali in Toscana, e GPT-5 sa dire “non lo so.”
Ignorando le preoccupazioni delle IDF stesse, il gabinetto di sicurezza del governo Netanyahu VI ha approvato il piano di conquistare l’intero territorio della Striscia di Gaza. Il testo della decisione non usa la parola “occupare,” ma, appunto “prendere il controllo” — per negare le possibili responsabilità del governo di Tel Aviv sul territorio — ma il dato di fatto è che per la Striscia di Gaza si va incontro al regime militare totale israeliano. Che l’approvazione stesse arrivando non era un segreto: nelle ore precedenti alla riunione le IDF aveva già iniziato a muovere le proprie forze per preparare una nuova forza di invasione, come testimoniato da immagini satellitari. I ministri hanno approvato anche i 5 punti necessari per la fine dell’aggressione: il disarmo di Hamas, la liberazione di tutti i prigionieri, la demilitarizzazione della Striscia di Gaza, il controllo militare israeliano della Striscia, e un governo per il “dopoguerra” che escluda sia Hamas che l’Autorità palestinese. Attualmente le IDF controllano il 75% della Striscia di Gaza: gli unici territori non occupati militarmente sono quelli della città di Gaza e dei campi profughi nel centro della Striscia — dove l’intelligence israeliana ritiene siano anche gli ultimi prigionieri israeliani ancora vivi. Il piano prevede l’invasione di questi ultimi territori, a prescindere dalla sicurezza dei prigionieri: nell’immediato vuol dire che le 800 mila persone che ora vivono nella città di Gaza, molte che hanno trovato rifugio lì dopo essere state sfollate, dovranno di nuovo lasciare la città per recarsi nel sud della Striscia. Il documento approvato dal gabinetto segna una data simbolica per la data ultima entro cui la città di Gaza va sgomberata — il 7 ottobre 2025 — ma le IDF prevedono anche fino ad altri 5 anni di combattimento, in particolare se gli obiettivi del governo dovessero estendersi anche alla Cisgiordania. (the Times of Israel / NBC News / Ynet)