I metodi del genocidio
Le IDF hanno dato ordine esplicito di sparare sugli affamati, e nella farina distribuita dalla GHF si trovano pastiglie di oppiacei. Tra le altre notizie: la cancellazione dello ius soli negli Stati Uniti, la Corte di Cassazione boccia il decreto sicurezza, e Peter Thiel e l’Anticristo

Un’inchiesta di Haaretz conferma quello che era ormai evidente: le IDF sparano deliberatamente sugli affamati che cercano di arrivare ai centri di distribuzione di aiuti umanitari controllati da Tel Aviv e Washington. Il quotidiano israeliano ha parlato con ufficiali e soldati, che hanno confermato che i comandanti dell’esercito hanno dato l’ordine alle truppe di sparare contro le folle che si formano per arrivare ai centri di distribuzione. Questi centri dovrebbero rimanere aperti per solo un’ora al giorno, ma spesso sono operativi solo pochi minuti, e le IDF hanno autorizzazione di sparare per far disperdere la folla in qualsiasi momento prima o dopo l’apertura — in alcuni casi i militari hanno sparato anche in piena notte, e il quotidiano sottolinea che non è chiaro se le persone che sono state colpite sapessero che erano in infrazione, considerato il buio. Un soldato che ha parlato con il quotidiano descrive la zona attorno a un centro di distribuzione come, semplicemente “un campo di sterminio.” Chi viene per cercare di prendere qualcosa da mangiare “viene trattato come una forza ostile: non si usano misure di controllo della folla, come il gas lacrimogeno — si spara con proiettili letali con qualsiasi cosa immaginabile: mitragliatrici pesanti, lanciagranate e mortai.” Il soldato sottolinea: “Non sono a conoscenza di nemmeno un caso in cui qualcuno abbia sparato in risposta. Non ci sono nemici, non ci sono armi.” L’attività di sparare sugli affamati si chiama “Operation Salted Fish,” e prende il nome dalla versione israeliana del gioco per bambini Un, due, tre, stella, in cui i giocatori sono obbligati a stare fermi immobili immediatamente quando il capogioco gli ordina di fermarsi. Gli ufficiali delle IDF hanno spiegato al quotidiano che l’esercito non permette al pubblico israeliano di vedere registrazioni video di quello che succede attorno ai centri di distribuzione. Secondo le fonti, l’esercito è soddisfatto dell’operato della GHF, perché ha “impedito il crollo totale della legittimità internazionale del continuare la guerra.” “Gaza non interessa più a nessuno,” ha dichiarato al quotidiano un riservista. “È diventato un luogo con regole proprie. La perdita di vite umane non significa nulla. Non è nemmeno uno ‘sfortunato incidente,’ come si diceva fino a poco tempo fa.” (Haaretz / X)