Il presidente isolazionista gioca alla guerra

Trump non ha ancora deciso, teso tra un base divisa in due e timori sull’effettivo funzionamento delle bombe MOP. Tra le altre notizie: la fuga dei cervelli dagli Stati Uniti, Giorgetti sogna altri tagli all’Istruzione, e la battaglia delle immagini con l’IA tra Israele e Iran

Il presidente isolazionista gioca alla guerra

Donald Trump non ha ancora deciso: parlando con la stampa riguardo a un possibile intervento militare statunitense in Iran, il presidente statunitense ha dichiarato che la settimana prossima sarà “molto importante” per stabilire le azioni militari di Washington: “Potrei farlo,” ha risposto Trump riguardo all’approvare bombardamenti, “oppure potrei non farlo. Voglio dire, nessuno sa cosa farò.” “Ho idee di cosa ci sia da fare,” ha elaborato Trump, “ma non ho ancora preso una decisione finale. Preferisco prendere la decisione finale un secondo prima della scadenza, perché le cose cambiano, specialmente con la guerra.” Mentre decideva, Trump ha ricevuto allo studio ovale la Juventus — sì — e ha trovato il tempo di scambiare battute sessiste e razziste con i giocatori. (Financial Times / TorinoToday)

Poche ore prima Netanyahu aveva sentito al telefono il presidente statunitense, in una conversazione che il Primo ministro israeliano ha descritto come “molto calorosa.” Netanyahu ha ringraziato Trump per “stare dalla nostra parte.” Per Trump lanciare bombardamenti contro l’Iran vuol dire rompere con una ormai affermata tradizione di isolazionismo, che è ancora abbracciato da una parte sostanziale dei sostenitori, anche molto in vista, MAGA. Parlando a un evento organizzato dal Christian Science Monitor, Steve Bannon ha invitato alla cautela (!): “Non possiamo fare un altro Iraq,” ha commentato Bannon, secondo cui lanciare l’esercito statunitense in un’altra guerra “farebbe a pezzi il paese.” Bannon non è solo: nel movimento MAGA e nella destra del partito repubblicano c’è una folta corrente anti–interventista, che per la prima volta si trova apertamente contrapposta al proprio presidente. Questa spaccatura nella base di Trump è stata messa in scena durante un’intervista di Tucker Carlson a Ted Cruz, durante la quale Carlson ha attaccato in modo aspro il senatore repubblicano, mettendo in mostra che dell’Iran non conosceva nemmeno i numeri della popolazione. (Financial Times / the Times of Israel / Christian Science Monitor / Reuters / X)