La guerra è un’incognita, il genocidio una realtà

Mentre lo sguardo internazionale segue l’escalation con l’Iran, le IDF attaccano con ancora più violenza Gaza. Tra le altre notizie: il G7 in Canada si è concluso con un nulla di fatto, l’accordo da Eni e Petronas per Indonesia e Malesia, e cosa c’è dentro lo smartphone di Trump

La guerra è un’incognita, il genocidio una realtà
L’incendio causato da un bombardamento su una tendopoli nei pressi di Khan Yunis. Grab via X, Mosab Abu Toha

Il conflitto con l’Iran non sta rallentando le azioni delle IDF sugli altri fronti: al contrario, forti della ancora maggiore impunità — lo sguardo internazionale è spostato sull’escalation bellica — le violenze sono ulteriormente aumentate. Nell’attacco contro le persone affamate che riportavamo ieri sono state uccise 70 persone: è il massacro con più morti condotto finora dai militari israeliani contro le persone che cercano di raggiungere i centri di distribuzione di aiuti umanitari. Questo tipo di attacchi, che erano stati presentati come impensabili due settimane fa, sono ormai completamente normalizzati — un classico modus operandi di Israele quando si tratta di crimini di guerra, come visto con il bombardamento di ospedali. Solo poche ore è stato condotto un altro attacco contro un altro gruppo di persone che stavano cercando aiuti umanitari nel nord ovest della città di Gaza, uccidendo più di altre 30 persone. Questa mattina c’è stata una ulteriore strage di affamati, la terza in poche ore: mentre scriviamo si contano 11 uccisi, in un attacco di nuovo nei pressi del corridoio di Netzarim – un numero che si teme sia destinato ad aumentare. Oltre a questi 11, nel resto della Striscia, dall’inizio della giornata, sono già state uccise almeno altre 23 persone, in una serie di attacchi sul campo profughi di Maghazi e nei pressi di una moschea del quartiere al–Zeitun della città di Gaza. Altre 5 persone sono state uccise con un bombardamento sulla tendopoli nei pressi di Khan Yunis. Le azioni non si fermano alla Striscia di Gaza: in Cisgiordania le forze di occupazione hanno aperto il fuoco e colpito con 5 proiettili un giovane a Betlemme; hanno condotto un raid in un centro abitato nei pressi di Jenin, appropriandosi di una casa, che sarà convertita in una base militare — un caso analogo è successo anche nel campo profughi di Balata, nei pressi di Nablus, dove i militari si sono appropriati di diverse strutture per costruire una base nella zona, costringendo i residenti a lasciare la zona sotto il tiro di cecchini appostati sui tetti della zona. Ancora: la scorsa notte le IDF hanno distrutto 7 case nel centro abitato di al-Hamadiya, in Siria, perché le strutture sarebbero state troppo vicine alla nuova base militare che le IDF stanno costruendo nella zona, che hanno occupato immediatamente dopo la caduta di Assad. (Al Jazeera / WAFA / X / WAFA / X / WAFA / X)