Zone di combattimento
Le strade per i centri di distribuzione di aiuti umanitari sono ufficialmente zone di combattimento adesso. Tra le altre notizie: l’opposizione democratica ha vinto le elezioni in Corea del Sud, di cosa hanno parlato Macron e Meloni, e Luca Guadagnino dirigerà un film sulla crisi di OpenAI del 2023

Dopo la prima strage nei pressi di un centro di distribuzione di aiuti umanitari di Rafah, le IDF hanno negato tutto; dopo la seconda strage, hanno ammesso di aver aperto il fuoco. Ora i militari israeliani hanno avvertito che tutte le strade che portano ai centri di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation erano da considerarsi “zone di combattimento.” L’annuncio delle IDF arriva dopo la notifica da parte della GHF che oggi non verranno distribuiti aiuti umanitari, perché i centri saranno “chiusi per lavori di aggiornamento, organizzazione, e miglioramento dell’efficienza.” L’organizzazione ha dichiarato di essere in contatto con le IDF per aumentare la sicurezza dei propri centri di distribuzione. Riguardo alla strage di martedì, una fonte anonima di Axios nelle IDF riporta che i morti e i feriti sarebbero parte di un gruppo di palestinesi che si erano “persi” (sic) e che si erano avvicinati troppo ai soldati per sbaglio. (X / the Times of Israel / the Guardian / Axios)