Colonialismo ostentato
Il ministro della Difesa israeliano Katz mette nero su bianco l’obiettivo di formare “uno stato ebraico–israeliano” in Cisgiordania. Tra le altre notizie: Elon Musk lascia la Casa bianca, quanti secondi ha parlato di referendum Meloni questo mese, e una mappa di miti e fiabe

In vista della conferenza alle Nazioni Unite sulla soluzione dei due stati, prevista dal 17 al 20 giugno, Parigi sta intensificando il proprio impegno diplomatico per convincere quanti più stati possibile a sottoscrivere il proprio riconoscimento dello stato palestinese. Durante il tour nel sudest asiatico di Macron la questione palestinese è stata argomento fisso. A Jakarta il presidente francese e il suo collega indonesiano Prabowo Subianto hanno rilasciato un comunicato congiunto per condannare il piano di Israele di prendere il controllo di Gaza. A Singapore Macron ha dichiarato che riconoscere lo stato palestinese non era più solo “un obbligo morale,” ma anche “una necessità politica.” Macron sa che il tema porterà a tensioni, e non nasconde che “nei prossimi giorni dovremo rendere la nostra posizione collettiva più netta,” compresa “l’applicazione di sanzioni.” (POLITICO / France 24 / le Monde)
Come è ormai ciclico vedere — succede ogni volta che il governo israeliano riceve pressioni dall’estero — le autorità israeliane hanno reagito con dichiarazioni ancora più radicali, e le IDF hanno intensificato la propria violenza nella Striscia di Gaza, come reazione di sfida verso gli altri stati, e apertamente punitiva verso la popolazione di Gaza, trattata collettivamente come ostaggi nella trattativa con la diplomazia estera. Parlando dalla colonia di Sa–Nur, dove il governo di Tel Aviv ha approvato la costruzione di nuove strutture coloniali, parte di un’ulteriore estensione approvata questa settimana, il ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato che le nuove costruzioni dovevano essere “un messaggio chiaro a Macron e ai suoi amici.” “Sulla carta riconosceranno uno stato palestinese — e noi costruiremo uno stato ebraico–israeliano sulla Terra. La carta finirà nel cestino della spazzatura della storia, e lo stato di Israele crescerà rigoglioso.” Katz ha vantato “la lunga e gloriosa storia,” promettendo che lo stato israeliano continuerà “fino alla vittoria.” Su X il ministero degli Esteri israeliano ha pubblicato un comunicato durissimo che si apre parlando della “crociata di Macron contro lo stato ebraico”: “Invece di applicare pressione contro i terroristi jihadisti, Macron vuole premiarli con uno stato israeliano. Senza dubbio la loro festa nazionale sarà il 7 ottobre.” (the Jerusalem Post / the Times of Israel / X)