Israele ordina la chiusura dell’ultimo ospedale nel nord di Gaza
È uno dei tanti ordini di evacuazione con cui le IDF sfollano i palestinesi con guerra psicologica e bombe. Tra le altre notizie: il governo e Mattarella difendono la profilazione razziale delle FdO, i dazi statunitensi sono stati illegali per qualche ora, e il ritorno di DeepSeek

Le autorità israeliane hanno “ordinato” la chiusura dell’ospedale al–Awda, nel campo profughi di Jabalya. All’interno della struttura sono presenti 97 persone, tra cui 13 pazienti, secondo i dati dell’OMS, perché nonostante le difficoltà resta l’unico ospedale ancora almeno parzialmente funzionante nel nord di Gaza. La chiusura dell’ospedale fa parte dell’intensificazione degli attacchi con cui le autorità israeliane contano di schiacciare sempre più a sud la popolazione palestinese. Oggi l’OMS continuerà ad assistere lo spostamento dei pazienti verso altre strutture — ma gli strumenti e gli altri materiali sanitari ancora presenti nella struttura non potranno essere spostati, a causa delle strade sempre più dissestate. Nelle scorse ore le IDF hanno emesso ulteriori ordini di evacuazione, usando armi psicologiche per sfollare le persone che vivono nel nord della Striscia. Alle minacce fanno seguito le bombe: dalle prime luci dell’alba la strage è ripresa, e oggi si contano già 13 uccisi — le persone uccise nel corso della giornata di giovedì sono state più di 70. Oltre a Jabalia sono state colpite anche Khan Yunis e Rafah, nel sud della Striscia. (Al Jazeera / WAFA)