I bambini nel mirino

Le IDF hanno ucciso 9 figli di una pediatra di Khan Yunis, mentre in Israele si intensifica la retorica da genocidio. Tra le altre notizie: gli Stati Uniti a rischio fuga dei cervelli, il boom di permessi per i boss mafiosi in carcere, e i server di X vanno a fuoco

I bambini nel mirino
Foto: WAFA

Nelle scorse ore i media di tutto il mondo hanno riportato la notizia del bombardamento su Khan Yunis — uno dei tanti dell’aggressione di Gaza, che continua senza sosta — in cui sono stati uccisi 9 dei 10 figli di una pediatra palestinese, Alaa Al-Najjar. Il decimo figlio è in terapia intensiva, insieme al padre, anche lui un medico, Hamdi Al-Najjar, e al momento non è chiaro se sopravviverà all’attacco. Il più giovane era un pericoloso bambino di 6 mesi d’età.  Una testimone, Suheir Al-Najjar — un’altra dottoressa, nipote del marito, vittima dell’attacco — denuncia che si è trattato di un attacco di precisione. Un missile israeliano ha colpito la residenza, ma non è esploso, per cui l’IAF, l’aviazione israeliana, ne ha lanciato un altro precisamente sulla stessa casa, che è crollata. L’attacco arriva nel contesto dell’aumento della violenza sulla Striscia, e dell’intensificazione della retorica genocida nel dibattito politico israeliano: solo 3 giorni fa, parlando sul canale di estrema destra 14, l’ex parlamentare libertariano Moshe Feiglin aveva dichiarato che “ogni bambini, ogni infante a Gaza è un nemico.” “Tutti i bambini a cui date il latte oggi ucciderà i vostri figli tra 15 anni,” aveva spiegato l’ex parlamentare del Likud, secondo cui “Gaza va occupata e colonizzata.” La settimana scorsa, Rivka Lafair, colona in Cisgiordania parte del movimento “YogiNazi,” dichiarava che la popolazione palestinese era composta da “nemici che dobbiamo guardare negli occhi mentre eliminiamo,” “dagli infanti alle donne anziane.”  (WAFA / Anadolu / Haaretz)