29 morti di fame a Gaza
Dopo 11 settimane di blocco all’ingresso di alimenti e aiuti umanitari, bambini e anziani a Gaza muoiono di fame. Tra le altre notizie: la guerra di Trump contro Harvard, Regione Lombardia sogna le centrali nucleari, e la censura pro–Israele delle mail interne di Microsoft.

Il ministero della Salute palestinese ha annunciato che — dopo 11 settimane di blocco all’ingresso di cibo e aiuti umanitari — il numero di persone che stanno morendo di fame nella Striscia di Gaza inizia a salire. Secondo i dati aggregati dal ministero, che sono solo parziali, e quindi per definizione inferiori al reale, nei giorni scorsi hanno perso la vita 29 persone con cause di morte “legate all’inedia.” Il ministro Majed Abu Ramadan ha anche confermato che la stima dell’ONU — 14 mila bambini a rischio di morte di fame — è “molto realistica,” anche se, anche in questo caso, il numero reale potrebbe essere superiore. Il Programma alimentare mondiale ieri ha confermato che alcune panetterie a Gaza hanno potuto ricominciare a fare il pane nelle scorse ore, grazie alle prime magre consegne di farina, anche se le risorse sono scarsissime — e oggi i media non riportano dati aggiornati sugli ingressi di camion a Gaza, un fatto non particolarmente incoraggiante — e precisando comunque che “il pane da solo non basta alla sopravvivenza delle persone.” Giovedì sera la direttrice del PAM Cindy McCain ha pubblicato un video di una panetteria che è tornata al lavoro, ricordando che “abbiamo bisogno di più farina, di più carburante, di più accessi sicuri, affinché più forni possano tornare ad accendersi per sfamare le famiglie che ne hanno disperatamente bisogno.” (Al Jazeera / X)