“Posso giustificare il genocidio, ma non posso tollerare gli spari contro i diplomatici”
I governi di molti paesi hanno reagito con sdegno dopo l’aggressione delle IDF a un gruppo di diplomatici in Cisgiordania. Tra le altre notizie: il Pentagono ha approvato il jet regalo del Qatar per Trump, la tregua referendaria tra PD e M5S, e tutti giocano a Grow a Garden

Le IDF hanno sparato 7 “colpi di avvertimento” contro un gruppo di 25 diplomatici che stavano visitando Jenin, nella Cisgiordania occupata illegalmente da Israele. Il gruppo era sul posto nel contesto di una missione ufficiale, organizzata dall’Autorità palestinese, per mostrare quanto grave sia la situazione umanitaria nella zona. Secondo i militari israeliano la delegazione avrebbe “deviato dal percorso approvato,” e a quel punto i soldati avrebbero aperto il fuoco per fargli prendere le distanze — ma il video del momento in cui vengono esplosi i colpi mostra che i diplomatici in quel momento in realtà stavano rispondendo a domande della stampa. I colpi sono stati sparati mentre la delegazione era fuori dai cancelli di un campo profughi, ma nessuno dei presenti aveva cercato di entrare — e i militari non hanno preso in considerazione di avvicinarsi e parlare con i diplomatici, se effettivamente c’era un problema. “Non ho nemmeno visto dei soldati,” ha commentato un diplomatico ad Haaretz. “Hanno iniziato a sparare dal nulla.” Una volta realizzato che l’attacco aveva creato un caso diplomatico, l’esercito ha chiesto scusa per “il disagio causato” (sic) e ha annunciato che condurrà un’indagine interna — le indagini interne dei militari israeliane sono condotte spesso senza conseguenze per i responsabili e sempre senza nessuna forma di trasparenza. (Haaretz / YouTube / X / NPR)