Meglio tardi che mai..?
Regno Unito, Francia e Canada condannano l’espansione dell’aggressione di Gaza, mentre le IDF bruciano vive 13 persone in una scuola. Tra le altre notizie: la telefonata tra Trump e Putin, Landini denuncia il silenzio sui media per il referendum, e 23andMe ha un nuovo proprietario

Il Regno Unito, la Francia e il Canada hanno rilasciato un comunicato congiunto per condannare l’aggressione di Gaza, dicendosi “fortemente contrari all’espansione delle operazioni militari israeliane.” “Il livello di sofferenza umana a Gaza è intollerabile,” scrivono i tre paesi, e “l’annuncio di ieri che Israele permetterà l’ingresso di quantità minime di cibo a Gaza è completamente inadeguato.” “Il blocco da parte del governo israeliano dell’assistenza umanitaria alla popolazione civile è inaccettabile e rischia di violare il diritto internazionale umanitario. Condanniamo il linguaggio ripugnante usato recentemente da membri del governo israeliano, che auspicano che, nella loro disperazione per la distruzione di Gaza, i civili inizieranno a trasferirsi. Lo spostamento forzato permanente è una violazione del diritto umanitario internazionale.” “Non resteremo a guardare,” continua la nota, emessa dopo 591 di aggressione e più di 61 mila morti dopo, “mentre il governo di Netanyahu prosegue con queste azioni vergognose.” “Se Israele non interromperà la nuova offensiva militare e non eliminerà il blocco agli aiuti umanitari, saremo costretti ad ulteriori azioni concrete in risposta.” “Ci opponiamo a qualsiasi tentativo di espansione degli insediamenti in Cisgiordania. Israele deve fermare gli insediamenti, che sono illegali, e minano la fattibilità di uno Stato palestinese e la sicurezza di israeliani e palestinesi. Non esiteremo a intraprendere ulteriori azioni, comprese sanzioni mirate.” Annunciando il comunicato su X, Macron ha scritto che “in vista della conferenza del 18 giugno a New York, dobbiamo tutti impegnarci per attuare la soluzione dei due Stati.” Dal 17 al 20 giugno si terrà alle Nazioni Unite una conferenza sulla soluzione dei due Stati promossa da Francia e Arabia Saudita. Netanyahu ha risposto come fa sempre a qualsiasi, anche molto timida, critica contro Israele, dicendo che qualsiasi concessione sarebbe “dare un premio” per gli attacchi del 7 ottobre. È rilevante notare, però, che il primo ministro israeliano ora indica apertamente che anche “chiedere la formazione di uno stato palestinese” sarebbe una concessione — tradendo insomma quale sia il vero obiettivo della campagna militare in corso. (Governo britannico / Eliseo / Primo ministro del Canada / X / JNS)