L’escalation di Schrödinger

Le dichiarazioni sempre contrastanti rendono difficilissimo capire quali siano gli effettivi sviluppi degli scontri tra India e Pakistan. Tra le altre notizie: Prevost è il primo papa che gioca a Wordle, la marcia indietro del governo sul subappalto a cascata, e “l’ultimo capitolo” di Bill Gates

L’escalation di Schrödinger
foto via X, Defence Pakistan

Sia India che Pakistan sostengono di non volere l’escalation in seguito all’attacco dell’esercito indiano dell’operazione Sindur, ma tra dichiarazioni contrastanti è difficile ricostruire materialmente cosa stia succedendo, a parte il fatto che nessuno dei due paesi sembra essere davvero pronto a interrompere le ostilità. Il governo indiano ha annunciato di aver fermato un attacco missilistico e drone pakistano, che sarebbe stato lanciato in risposta ad un attacco indiano analogo che era stato denunciato dalle autorità pakistane. Fin dal primo attacco indiano, che secondo le autorità di Nuova Delhi avrebbe colpito le “infrastrutture dei terroristi” è stato chiaro che le dichiarazioni sia di India che di Pakistan erano poco affidabili: quei primi attacchi ha causato 31 vittime tra i civili — oppure zero, secondo i militari indiani, secondo cui gli attacchi sono stati svolti con “precisione.” Nei giorni successivi i funzionari di entrambi gli stati hanno annunciato di aver sventato reciproci attacchi missilistici e drone, che però finora non sono stati rivendicati. Non è una novità: anche negli anni scorsi quando si arrivava all’escalation tra i due paesi le informazioni che arrivavano dai due governi erano conflittuali: l’esperta Madiha Afzal descrive questi tentativi, spesso maldestri, di controllare la narrazione del conflitto come un “elemento fondamentale” delle tensioni tra i due paesi, anche se ovviamente è diventato sostanzialmente più difficile — e più caotico, visto da distante — con la diffusione delle notizie sui social media. (the New York Times / Al Jazeera)