“In preda al panico”

L’amministrazione Trump sta cercando di arrivare a un accordo con la Cina il piú in fretta possibile — ma non è chiaro se sa come fare. Tra le altre notizie: altri 3 morti sul lavoro in sole 24 ore, la crisi dell’acqua tra India e Pakistan, e un’app con l’IA per “barare su tutto.”

“In preda al panico”
Grab via X, Casa bianca

Le scorse ore sono state di puro caos nella guerra commerciale scatenata dagli Stati Uniti contro il resto del mondo. Tutto è iniziato con un retroscena del Wall Street Journal secondo cui Trump stava valutando di tagliare i dazi punitivi imposti contro la Cina. Secondo il quotidiano di New York, la Casa bianca sarebbe stata disposta a portare i dazi tra il 50 e il 65% — comunque altissimi, ma molto più bassi dell’attuale tassazione, al 145%, che ha fatto fermare del tutto gli import a diverse aziende di dimensioni piccole o con un pubblico di soli entusiasti. La notizia della possibilità di abbassare i dazi è stata filtrata in apparente risposta all’apertura da parte di Pechino alla trattativa — mercoledì il portavoce del ministero degli Esteri cinesi era stato duro quanto possibilista: “L'atteggiamento della Cina nei confronti della guerra dei dazi lanciata dagli Stati Uniti è abbastanza chiaro: non vogliamo combattere, ma non ne abbiamo paura. Se dobbiamo combattere, lo faremo fino alla fine; se vogliamo parlare, la porta è spalancata.” La posizione di Washington, nelle ore precedenti, era tutto tranne che chiara: Trump stesso ha dichiarato che le tasse sugli import cinesi fossero troppo alte, ma il segretario al Tesoro Bessent aveva subito chiarito che non si stava parlando di abbassare i dazi in modo unilaterale. Bessent ha ammesso che la tassa attuale “è l'equivalente di un embargo,” ma che “una rottura del commercio tra i due paesi non è nell'interesse di nessuno.” (the Wall Street Journal / the New York Times / Anbernic / CNBC / CNN / Reuters)