La trattativa per una fase uno e mezzo del cessate il fuoco a Gaza
I rappresentanti di Hamas e Tel Aviv tornano a Doha per riaprire la trattativa — anche se le premesse non sono delle migliori. Tra le altre notizie: una nuova ondata di violenze in Siria, il successo delle proteste dell’8 marzo, e la conferma che Google dovrà probabilmente vendere Chrome

Si è riaperto uno spiraglio di trattativa tra Hamas e Tel Aviv — forse. Il gruppo palestinese ha dichiarato che riteneva ci fossero “indicatori positivi” per la possibilità di iniziare la trattativa per la seconda fase dell’accordo siglato a gennaio. Israele ha inizialmente confermato di aver accettato l’invito dei mediatori di tornare a Doha per confrontarsi sul cessate il fuoco, ma il governo israeliano ha comunicato ai media locali che “non era al corrente” di nessun passo avanti nella trattativa — che teoricamente avrebbe dovuto progredire nelle settimane scorse, durante le quali i rappresentanti di Tel Aviv hanno fatto ostruzionismo. Lunedì arriverà a Doha Gal Hirsch, che ha già rappresentato il governo israeliano nella trattativa per il rilascio dei prigionieri, e un alto funzionario dello Shin Bet che Times of Israel identifica solo come “M.” I rappresentanti delle due parti parleranno con i mediatori di Qatar ed Egitto, ma a Doha sarà presente anche il rappresentante dell’amministrazione Trump Steve Witkoff, che nelle scorse settimane si era distinto per il proprio comportamento aggressivo verso entrambe le parti. L’obiettivo immediato di Washington è arrivare a una estensione della tregua fino alla fine di Ramadan e Pèsach, nella speranza di arrivare poi a un accordo che metta stabilmente fine all’aggressione di Gaza — anche se la minaccia di pulizia etnica ripetuta da Trump resta sempre presente. (Reuters / the Times of Israel / Axios)