Armiamoci e partite
Von der Leyen ha presentato un piano per aumentare la spesa militare dei paesi europei, ma non fa nessun passo verso la difesa comunitaria. Tra le altre notizie: il piano egiziano per la ricostruzione di Gaza, la proposta di ANM per il governo, e un gruppo Facebook per i proprietari di Cybertruck

Ursula von der Leyen ha presentato un piano di riarmo per i paesi dell’Unione europea — dal nome esplicito “ReArm Europe” — che secondo le stime della Commissione europea potrebbe mobilitare fino a 800 miliardi di euro in spese militari. Si tratta di un impegno rilevante: la scorsa estate, già chiedendo di aumentare gli investimenti militari, von der Leyen parlava della necessità di spendere 500 miliardi nei prossimi dieci anni. La presidente della Commissione ha introdotto il piano usando parole durissime: “Stiamo vivendo un momento molto importante e pericoloso.” “La domanda non è più se ci sia una minaccia reale alla sicurezza dell’Europa (…) la vera domanda che abbiamo di fronte è se l’Europa è pronta ad agire con l’urgenza che la situazione impone.” Il piano si compone di 5 punti: una clausola per evitare i meccanismi del patto di stabilità per le spese militari; un finanziamento europeo da 150 miliardi per appalti congiunti nel settore della difesa aerea, della mobilità e della difesa cybernetica; la proposta di “incentivi” comunitari per i paesi che aderiscono a programmi di coesione per l’aumento della spesa militare; e la mobilitazione di capitale privato, anche attraverso la Banca europea per gli investimenti. Terminato l’annuncio von der Leyen non si è fermata per rispondere alle domande dei giornalisti, non ha dato dettagli su come saranno raccolti i fondi, e nemmeno se i 90 miliardi avanzati dai fondi per la ripresa post–COVID verranno impiegati in questo modo: il piano verrebbe stabilito usando gli stessi strumenti — l’articolo 122 del trattato sull’Unione europea — del piano scattato in risposta alla pandemia. (Commissione europea / Euronews)