La quinta colonna
L’Italia si schiera con Trump e contro la Corte penale internazionale. Tra le altre notizie: continua il golpe informatico di Musk, l’ipotesi di uno scontro tra servizi di Salvini, e un’azienda giapponese dove si può bere sul lavoro

Decine di governi in tutto il mondo hanno rilasciato una lettera congiunta per esprimere il proprio supporto alla Corte penale internazionale, avvisando che l’attacco della nuova amministrazione statunitense alla corte “aumenta il rischio di impunità per i crimini più gravi e minaccia di erodere lo stato di diritto internazionale.” La lista dei firmatari mette in evidenza il peso degli Stati Uniti e la consistenza delle minacce avanzate da Trump: dei 125 stati membri della Corte hanno firmato la lettera solo in 79 — e ci sono alcuni assenti d’eccezione: l’Australia, la Repubblica ceca, l’Ungheria, e anche l’Italia stessa. In Europa, solo Orbán ha giustificato pubblicamente la propria presa di posizione — funzionalmente contro la Corte penale internazionale: “È ora che l'Ungheria si chieda cosa ci facciamo in un’organizzazione internazionale che è sottoposta a sanzioni statunitensi! Stanno soffiando nuovi venti nella politica internazionale, è il Trump-tornado,” ha scritto su X il Primo ministro ungherese. L’assenza dell’Italia è particolarmente cospicua: tra i firmatari ci sono tutti quasi tutti i paesi europei — oltre a Repubblica ceca, Ungheria, e Italia, l’unico altro paese a non aver firmato è la Lituania. Tra i firmatari ci sono anche alleati inossidabili dagli Stati Uniti, appena fuori dall’UE, come il Regno Unito. (Reuters / X)