La risposta cinese alla guerra dei dazi

Le tensioni tra Stati Uniti e Cina continuano, mentre Messico e Canada hanno trovato un accordo temporaneo. Tra le altre notizie: Israele ostacola gli aiuti umanitarie a Gaza, una denuncia per favoreggiamento contro Nordio, Meloni e Piantedosi sul caso Almasri, e il reboot di Buffy l'ammazzavampiri

La risposta cinese alla guerra dei dazi
Bilaterale Trump–Xi, al G20 di Osaka, nel 2019. Foto: dominio pubblico, Casa bianca

Dopo le tensioni dei giorni scorsi — il governo cinese aveva annunciato che avrebbe portato gli Stati Uniti davanti all’Organizzazione mondiale del commercio immediatamente dopo la firma degli ordini esecutivi che fissavano dazi al 10% sull’import cinese — Pechino ha presentato tariffe in risposta a quelle statunitensi: il ministero dell’Economia cinese ha dettagliato che ci saranno dazi al 15% su carbone e gas naturale liquefatto, e del 10% su petrolio greggio, attrezzature agricole, veicoli di grossa cilindrata e pick–up. Il ministero del Commercio cinese ha dichiarato che i dazi statunitensi erano un “palese atto di unilateralismo e protezionismo commerciale.” Separatamente, il ministero del Commercio ha posto due aziende statunitense, PVH Corp e Illumina, nella lista delle “entità inaffidabili,” perché entrambe avrebbero attivato “misure discriminatorie contro aziende cinesi” e “danneggiato” i diritti e gli interessi delle aziende cinesi. PVH è una azienda di abbigliamento, che è proprietaria dei marchi Tommy Hilfiger e Calvin Klein; Illumina è una azienda che si occupa di biotech, che sta collaborando con Nvidia. (Nikkei Asia / Global Times / Reuters)