Il governo usa i femminicidi per fare propaganda razzista
Meloni è tornata a usare retorica razzista e dare la colpa delle violenze sulle donne agli immigrati. I dati, invece, dicono il contrario: il 45,8% dei femminicidi di persone straniere sono compiuti da autori italiani, mentre il 4% dei casi di femminicidio di donne italiane sono stati compiuti da un
Sfidando le polemiche e i dati, Meloni è tornata a usare retorica razzista e dare la colpa delle violenze sulle donne agli immigrati: “Adesso verrò definita razzista, ma c’è una incidenza maggiore, purtroppo nei casi di violenza sessuale, da parte di persone immigrate, soprattutto illegalmente, perché quando non hai niente si produce una degenerazione che può portare da ogni parte.” Meloni lo ha detto rispondendo a un’intervista per Donna Moderna, che contiene anche passaggi meno discutibili: “Le norme non mancano, gli strumenti non mancano, dedichiamo delle risorse alla materia, forse il dibattito non è sufficiente.” La presidente del Consiglio non ha ovviamente ammesso responsabilità, nonostante la sua coalizione sia al governo da due anni, e si potrebbe intervenire su “il dibattito” — ad esempio introducendo davvero educazione affettiva e sessuale nelle scuole, come il ministro Valditara aveva promesso l’anno scorso. Meloni ha elogiato il film di Paola Cortellesi e si è prodotta in una riflessione interessante, che speriamo possa essere utile — siamo fiduciosi — per un’iniziativa del governo per arginare il fenomeno dei nuovi maschilismi in arrivo ad esempio dagli Stati Uniti, che fanno presa specie sui giovani: “È come se una volta la violenza sulle donne fosse legata di più a una degenerazione dell’idea di essere superiori, che gli uomini avevano e oggi invece fosse più legata a una debolezza. Cioè prima c’era violenza perché in qualche maniera era socialmente accettata,” mentre oggi, secondo Meloni, visto che “le donne non la accettano, allora c’è diciamo un’evoluzione della motivazione che porta alla violenza.” Lasciando perdere il termine “degenerazione” di fascistoide memoria, si tratta di un fenomeno “che noi dobbiamo studiare e penso che su questo anche quello che sta accadendo ai giovani è qualcosa su cui ci dobbiamo molto interrogare.”
Per il momento comunque molto meglio scaricare la colpa sulle categorie sociali più deboli, ovvero i migranti: anche Matteo Salvini oggi in una nota ha detto che “difendere le ragazze significa però anche riconoscere l’inevitabile e crescente incidenza degli aggressori stranieri, un dato preoccupante che non sminuisce in alcun modo i casi italiani ma evidenzia le pericolose conseguenze di un’immigrazione incontrollata, spesso proveniente da Paesi che non condividono i principi e i valori occidentali.” Invece, come aveva detto il ministro Valditara qualche giorno fa, il patriarcato sarebbe una costruzione “ideologica.” Secondo la segretaria del Pd Elly Schlein, “la violenza di genere nel nostro Paese è un fenomeno strutturale, e affonda le radici nella cultura patriarcale di cui è ancora imbevuta la nostra società. Il patriarcato lo nega solo chi ha il privilegio di poter fingere di non vederlo.” Inoltre, secondo Schlein, “Bisogna fare molto di più per contrastare e prevenire ogni forma di violenza fisica e psicologica contro le donne, per contrastare la cultura dello stupro e costruire quella del consenso, per fermare i femminicidi. Per il Pd questo è un tema fondamentale e in quest’anno non abbiamo visto risposte sufficienti. Abbiamo già votato all’unanimità misure che rafforzano la repressione ma insistiamo che reprimere non basta.”
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stato pubblicato l’undicesimo Rapporto Eures sui femminicidi — dall’inizio dell’anno al 18 novembre in Italia sono state uccise 99 donne, con particolare incidenza nel centro del paese, e nei piccoli comuni con meno di 5.000 abitanti. Rispetto agli anni precedenti sono aumentati i casi di uccisioni di donne che hanno più di 65 anni — 37 in 11 mesi, più di un terzo del totale, uccise nella maggior parte dei casi dal coniuge o dai figli. Ci sono anche i casi di 9 figlie uccise solitamente nel contesto di “stragi familiari,” da parte di uomini che hanno ucciso anche la coniuge o una ex. Il report registra come nel mondo reale la situazione sia diametralmente opposta da quella paventata dal ministro Valditara, difesa da Meloni: nel corso dell’anno si è registrato un netto aumento delle donne straniere uccise — 24 in 11 mesi, il 24% del totale — mentre diminuisce il numero di autori di femminicidio di nazionalità non italiana — 16 in un anno. Incrociando i dati vuol dire che il 45,8% dei femminicidi con vittime straniere sono compiuti da autori italiani, mentre il 4% dei casi di femminicidio di donne italiane sono stati compiuti da un autore non italiano — si tratta di 3 casi nel corso dell’anno.