foto via X @cgilnazionale
|
La Cgil e la Uil hanno proclamato uno sciopero generale per il prossimo 29 novembre contro la Legge di bilancio. I due sindacati scenderanno in piazza per “rivendicare l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali.” Il segretario della Cgil Landini ha dichiarato che “chiediamo cambiamenti profondi e radicali per questa manovra, non semplici emendamenti. È necessario un cambiamento di indirizzo sostanziale, a partire da una vera riforma fiscale, che attualmente il governo non sta realizzando; anzi, sta facendo esattamente il contrario attraverso condoni e agevolazioni elettorali.” Visto che il governo si è legato a un piano strutturale di bilancio che prevede sostanzialmente sette anni di tagli alla spesa pubblica, come si è ben visto già dalle bozze di questa finanziaria, Landini fa notare che “per ridurre il debito, si può intervenire anche sulle entrate, non solo tagliando la spesa. Agire sulle entrate significa, prima di tutto, fare una riforma fiscale opposta a quella che sta portando avanti l’attuale governo, che non ha discusso né con il Parlamento né con le forze sindacali. Noi rivendichiamo il diritto di partecipare a questa discussione, perché quando il 90% delle entrate Irpef proviene dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, la riforma fiscale deve essere discussa con chi effettivamente paga le tasse.”
Il posizionamento di Cgil e Uil ha provocato reazioni piccate nel governo: Salvini ha addirittura definito i “sindacati ridicoli, scioperano contro l’aumento dei redditi” (?) mentre secondo Meloni “c’è un piccolissimo pregiudizio” da parte loro verso il governo. Più interessante lo scontro con la Cisl, il terzo grande sindacato confederale che come sempre negli ultimi anni si è chiamato fuori da iniziative di mobilitazione. Secondo Landini “altre organizzazioni pensano che il compito sia dire sempre al governo ‘come sei bravo e bello,’ io invece penso che bisogna tutelare gli interessi dei lavoratori.” Il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, ha replicato consigliando al suo collega “di rivestire i panni del sindacalista e di smetterla di fare da traino ad un’opposizione politica che non ha bisogno di collateralismi.”
Oggi è già una giornata di scioperi per i lavoratori del pubblico impiego. I settori coinvolti sono quelli della scuola e della sanità, come al solito più trascurati dall’amministrazione. In varie città del paese sono previste manifestazioni e iniziative. La segretaria della Flc-Cgil, Gianna Fracassi, la Legge di bilancio “è finanziata con tagli che colpiscono tutti i settori della conoscenza. Il governo ha deciso di accanirsi sugli stipendi, di ridurre il potere d’acquisto dei salari. A fronte di un’inflazione che in questi tre anni ha raggiunto quasi il 18%, ha messo sul piatto un misero 5,78% che tra l’altro ha già distribuito per metà lo scorso anno. Stanzia risorse pari solo ad un terzo dell’inflazione del triennio contrattuale 2022- 2024. Gli aumenti? Eccoli: 135 euro lordi medi anziché 400 euro lordi medi al mese.” Non sciopereranno solo i sindacati confederali tranne la Uil, ma anche quelli di base come Usb. L’Unione sindacale di base “abbandona i tavoli della contrattazione nel Pubblico Impiego e sciopera per chiedere soldi veri e aumenti in busta paga che superino i 300 euri netti mensili.” Secondo Usb, invece, “la Flc Cgil resta avvinghiata a tutti i tavoli di contrattazione e sciopera per contrattare qualche spicciolo in più.”