Molto rumore per bulla
Con il favore delle tenebre, nella serata di ieri il governo ha approvato in Cdm il testo base della manovra finanziaria, che verrà ufficialmente presentato oggi in conferenza stampa
Con il favore delle tenebre, nella serata di ieri il governo ha approvato in Cdm il testo base della manovra finanziaria, che verrà ufficialmente presentato oggi in conferenza stampa. Il valore totale degli investimenti sarà di circa 30 miliardi di euro lordi. Cosa contiene? La principale novità sembra essere una “carta per i nuovi nati,” ovvero un contributo una tantum per le famiglie con Isee fino a 40 mila euro che fanno un tanto agognato bambino italiano — ovviamente, è come al solito utile notare che i bonus una tantum sono uno stratagemma per mascherare la poca voglia di mettere mano a misure strutturali per aumentare gli stipendi. Sembra poi che il contributo per i minori a carico dello stato passerà dal bilancio dei comuni a quello dello stato centrale, una richiesta storica della Lega. Il resto del contenuto è soprattutto conferma di provvedimenti degli anni scorsi: proroga per il bonus ristrutturazioni al 50% per le prime case e taglio del cuneo fiscale per i redditi entro 35 mila euro.
Tra le misure che invece erano state (blandamente) dibattute nei giorni scorsi c’è effettivamente l’aggiornamento catastale per i proprietari di immobili che hanno usufruito del superbonus al 110% — il che significa più tasse. Più sfumato il risultato finale per la tassa sugli extraprofitti delle banche: sembra che si metterà in piedi un contributo totale di 3 o 4 miliardi di euro in due anni dagli istituti di credito, non come tassazione, bensì come contributo anticipato. Questa versione sarebbe digeribile anche per Tajani e Forza Italia, visto che le banche — compresa la Mediolanum, di proprietà dei Berlusconi come il suo partito — non ci rimetterebbe dal punto di vista contabile.
Come detto, però, il testo vero e proprio verrà presentato solo oggi da Meloni. Ci si può aspettare una conferenza stampa condita dalla solita retorica vittimistica e di attacchi randomici “alla sinistra” a cui siamo abituati negli ultimi due anni. Ieri in Parlamento se n’è avuto un assaggio, con la Presidente del Consiglio che ha dato ampio sfoggio di questi aspetti della sua retorica: ha accusato la Ong Sea Watch di voler dare “il via libera agli scafisti,” dichiarando: “Considero vergognoso che l’organizzazione non governativa Sea Watch definisca le guardie costiere ‘i veri trafficanti di uomini,’ volendo delegittimare tutte quelle degli Stati del nord Africa, e magari anche quella italiana, in modo da dare via libera agli scafisti che questa Ong descrive invece come innocenti, che si sarebbero ritrovati casualmente a guidare imbarcazioni piene di immigrati illegali.” Il riferimento sembra essere anche alla vicenda dell’attivista iraniana Maysoon Majidi, incarcerata ingiustamente — come molti altri — con l’accusa molto precaria di essere una scafista, la cui causa è stata messa in luce da Ilaria Salis e Mimmo Lucano. Secondo la segretaria del Pd Schlein, quello di Meloni a Sea Watch è “un attacco da bulla.” “Il suo intervento come al solito fa la forte con i deboli e la debole con i forti.” Meloni, comunque, ha anche definito “follia” la transizione alle auto elettriche entro il 2035 e ha confermato che dovrebbe andare in Libano questo venerdì.