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grab via X @netanyahu

In un video che è funzionalmente una dichiarazione di guerra, il Primo ministro israeliano Netanyahu si rivolge “al popolo del Libano,” chiedendogli di “riprendersi il paese,” in questo momento in cui “Hezbollah è indebolito,” “come non era da tanti anni,” dopo che Israele ha “eliminato Nasr Allah,” “il suo sostituto” e “il sostituto del sostituto.” Netanyahu prosegue: “Avete l’opportunità di salvare il Libano prima che cada nell’abisso di una lunga guerra che porterà a distruzione e sofferenze come quelle che vediamo a Gaza.” Una minaccia aperta, considerato come la distruzione e le sofferenze a Gaza siano state portate dallo stesso esercito che ora bombarda e ha invaso anche il Libano.

Martedì le IDF hanno allargato ulteriormente le proprie operazioni di terra nel paese. I soldati si sono spinti fino oltre Maroun el Ras, un centro abitato libanese a due km dal confine, dove hanno issato una bandiera israeliana tra le rovine del “giardino dell’Iran,” un parco pubblico con diverse strutture ricreative che era appunto stato finanziato da Teheran. Il ministero della Salute libanese ha annunciato che nel corso della giornata le IDF hanno ucciso 36 persone e più di 150 sono rimaste ferite. In serata le IDF hanno bombardato con particolare intensità i quartieri del sud di Beirut, causando nelle parole dell’Agenzia stampa nazionale libanese “distruzione massiccia” nella capitale, compreso il crollo totale di 4 edifici.

L’aggressione di Gaza continua senza sosta: nelle scorse ore le IDF hanno ucciso altre 56 persone — il conto dei morti confermati, molto inferiore al numero reale di persone che hanno perso effettivamente la vita, sta per raggiungere le 42 mila persone. L’Euro–Med Human Rights Monitor ha denunciato che quella in corso nel nord della Striscia è “una delle campagne più violente” del genocidio in corso a Gaza, e ha ripetuto che è necessario l’intervento della comunità internazionale per limitare le azioni di Tel Aviv. L’Euro–Med Monitor parla di una “catastrofe umanitaria senza precedenti imminente,” provocata dall’assedio delle IDF attorno al campo profughi di Jabalia. Nelle scorse ore l’aviazione israeliana ha bombardato l’unico magazzino di farina del campo, ora circondato dai carri armati, dove le scorte erano già molto misere.

L’intervento della comunità internazionale, nel frattempo, continua a non farsi vedere. Secondo un retroscena di Axios oggi Biden dovrebbe sentire al telefono Netanyahu — per la prima volta dopo due mesi, in cui il governo Netanyahu VI ha causato una gravissima escalation nella regione. I due parleranno con ogni probabilità del previsto nuovo attacco israeliano contro l’Iran. Un funzionario statunitense, rimasto anonimo, ha dichiarato che la telefonata dovrebbe “cercare di dare una forma alle limitazioni della rappresaglia israeliana.” Nelle ore precedenti Netanyahu ha bloccato una visita del ministero della Difesa Gallant a Washington.


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