Un anno e 17,9 miliardi di dollari dopo

I ricercatori del progetto Costs of War dell’Università Brown hanno calcolato quanto hanno speso gli Stati Uniti per sostenere militarmente l’aggressione di Gaza — una cifra esorbitante i cui dettagli sono nascosti dietro diverse “manovre burocratiche.”

Un anno e 17,9 miliardi di dollari dopo

foto: dominio pubblico, Portavoce IDF

I ricercatori del progetto Costs of War dell’Università Brown hanno calcolato quanto hanno speso gli Stati Uniti per sostenere militarmente l’aggressione di Gaza e per rinforzare la propria presenza nella regione. Dallo scorso 7 ottobre, gli Stati Uniti hanno speso 17,9 miliardi di dollari — 16,3 miliardi di euro — in sostegno militare per le IDF, e altri 4,86 miliardi di dollari — 4,4 miliardi di euro — in operazioni statunitensi nella regione, tra cui le operazioni contro gli Houthi. Questa cifra esorbitante non comprende l’ulteriore aumento ai contributi deciso da Washington a fine settembre, dati che sono troppo recenti per essere inclusi nell’analisi di Costs of War, che si ferma allo scorso 30 settembre, e le spese sostenute dagli Stati Uniti dall’apertura del fronte con il Libano. Anche considerata l’inflazione, 17,9 miliardi costituiscono il massimale in termini di aiuti militari inviati a Israele — nel 1979 gli Stati Uniti si sono impegnati a fornire aiuti militari a Egitto e Israele nel contesto della firma del trattato di pace. In precedenza l’accordo tra Washington e Tel Aviv prevedeva aiuti militari per un valore di 3,8 miliardi di dollari l’anno — fino al 2028. Gli autori del rapporto, la docente Linda Bilmes e i ricercatori William Hartung e Stephen Semler, sottolineano che — a differenza degli aiuti militari all’Ucraina, che sono ben documentati e dettagliati di canali di consegna, specifici sistemi consegnati e con quantitativi espliciti — è impossibile ottenere i dettagli di quali armamenti gli Stati Uniti abbiano spedito a Israele. È quindi possibile che la cifra stimata, 17,9 miliardi di dollari, possa essere inferiore al reale. Gli autori scrivono: “C’è stato un impegno per nascondere la quantità completa di aiuti militari e di tipologie di sistemi [consegnati alle IDF] attraverso manovre burocratiche.” “L’esempio più eclatante,” continuano, sono “100 accordi di armamento separati siglati con Israele tra l’ottobre 2023 e il marzo 2024, tutti sotto la quantità di dollari che avrebbe richiesto di riferire al Congresso.” I ricercatori sottolineano anche come gli Stati Uniti stiano sostenendo spese “asimmetriche” — schierando “diverse portaerei, cacciatorpedinieri, incrociatori, e costosi missili da diversi milioni di dollari” per contrastare gli Houthi, armati di “droni costruiti in Iran che costano 2.000 dollari l’uno.”

Mentre continuano gli attacchi in Libano — lunedì sono stati uccisi tra gli altri anche 10 vigili del fuoco — la strage nella Striscia di Gaza continua senza sosta. Lunedì le IDF hanno ucciso almeno 77 persone in un solo giorno, in diversi attacchi in tutta la Striscia. Tra gli altri, le IDF hanno condotto un attacco drone nei pressi di una moschea nel campo profughi di al–Bureji — il campo è stato colpito da altri due bombardamenti nel corso della giornata. Un gruppo di esperti ONU ha firmato una nota per chiedere che venga messa fine alla perdita di vite umane e al “palese disprezzo per la legge internazionale.” Gli esperti scrivono: “Continuiamo a esortare la comunità internazionale perché metta fine al trasferimento di armi da stati e aziende verso Israele, anche attraverso proxy, per evitare responsabilità per complicità in crimini di guerra e crimini contro l’umanità.”

Nel frattempo, Abu Obaida, un portavoce delle brigate al–Qassam, l’ala militare di Hamas, ha dichiarato che il gruppo intende “continuare la guerra d’attrito lunga e dolorosa” contro Israele. Abu Obaida è tornato a ricordare come Netanyahu abbia fatto ostruzionismo per evitare che si arrivasse a un accordo per il cessate il fuoco, e ha ammonito le IDF, ricordando dell’incidente in cui 6 prigionieri israeliani sono morti a Gaza.


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