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grab video via X @AlMayadeenNews

I Guardiani della rivoluzione iraniani hanno lanciato una scarica di missili balistici contro Israele come rappresaglia per gli omicidi di Ismail Haniyeh, Hassan Nasr Allah e il generale di brigata Abbas Nilforoushan — ucciso nell’attacco contro Nasr Allah. L’obiettivo dell’attacco erano “tre basi militari” nei pressi di Tel Aviv. Mentre scriviamo non è chiaro quanti missili abbiano effettivamente colpito il loro obiettivo: l’unica uccisione confermata è quella di un uomo palestinese a Gerico, ucciso da un missile intercettato dalla contraerea israeliana. In Israele ci sono almeno due feriti e vari missili hanno colpito il loro obiettivo — è impossibile sapere l’effettiva entità dei danni riportati da Israele, perché alla stampa locale è proibito dal censore delle IDF pubblicare informazioni e posizioni di dove il paese viene colpito. Si è trattato di un attacco sostanzialmente più massiccio rispetto a quello di aprile — anche se ovviamente l’Iran sta “risparmiando” il grosso dei propri missili in caso di una guerra aperta con Israele. Il lancio di così tanti missili balistici in contemporanea, comunque, deve essere costato in maniera rilevante a Israele — i missili anti-balistici sono particolarmente cari, e non è chiaro esattamente quanti Tel Aviv ne possieda.

Una volta terminato il lancio, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi ha dichiarato che lo stato aveva “esercitato il diritto all’autodifesa secondo l’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, mirando esclusivamente a siti militari e della sicurezza responsabili del genocidio a Gaza e in Libano. Lo abbiamo fatto dopo aver dimostrato grande moderazione per quasi due mesi, per dare spazio a un cessate il fuoco a Gaza.” In modo significativo il ministro precisa: “La nostra azione è conclusa,” “a meno ché il regime israeliano non decida di invitare ulteriori rappresaglie. In quello scenario, la nostra risposta sarà più forte e più potente.” “I sostenitori di Israele ora hanno ancora più responsabilità di trattenere i guerrafondai di Tel Aviv, invece di farsi coinvolgere nella loro follia.”

Parlando con il proprio gabinetto alla sicurezza, Netanyahu ha dichiarato che l’Iran avrebbe “commesso un grave errore,” e che “la pagherà.” “Il regime iraniano non capisce la nostra determinazione nel difenderci e nel vendicarci contro i nostri nemici,” ma “lo capiranno,” ha minacciato Netanyahu. La dichiarazione se possibile più allarmante è arrivata dall’ex Primo ministro israeliano Bennett, che ha descritto il bombardamento iraniano come “la più grande opportunità da 50 anni” a questa parte, per Israele — per “cambiare la faccia del Medio Oriente.” Ora Tel Aviv avrebbe “la giustificazione” oltre che “gli strumenti”: “Questo è il momento. Una nazione di leoni si è unita e ha dimostrato la propria forza durante lo scorso anno. Da tempo desidera cambiamento e azione. Ci sono volte in cui la storia ci bussa alla porta, e dobbiamo aprirla. Questa occasione non va persa.”

Coinvolti nella loro follia: gli Stati Uniti non hanno semplicemente assistito Israele nell’intercettazione dei missili iraniani, ma il consigliere alla Sicurezza nazionale Jake Sullivan ha minacciato che ci saranno “severe conseguenze” per Teheran. In un discorso molto affaticato, Joe Biden ha dichiarato che “gli Stati Uniti sono pienamente, pienamente, pienamente in sostegno di Israele.” Kamala Harris ha dichiarato che garantirà sempre “che Israele abbia l’abilità di difendersi contro l’Iran e contro le milizie terroristiche sostenute dall’Iran.”


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