grab video via X @IDF
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Le IDF hanno annunciato su X l’inizio di un’operazione di terra “limitata, localizzata e mirata” in Libano, con “obiettivi che sono localizzati in villaggi vicini al confine e rappresentano un pericolo immediato alle comunità israeliane nel nord di Israele.” L’esercito chiarisce che ovviamente l’operazione avviene “secondo una decisione a livello politico” e che si sta muovendo secondo un “piano metodico.” L’ingresso delle truppe israeliane su territorio libanese segna un ulteriore passo dell’escalation — se ancora la si può definire così — che apre una nuova fase dell’aggressione di Tel Aviv contro il Libano. L’operazione avviene con la benedizione degli Stati Uniti: in un comunicato del Pentagono sulla telefonata tra il segretario della Difesa Lloyd Austin e il ministero della Difesa israeliano Gallant si legge che i due “hanno convenuto sulla necessità di smantellare l’infrastruttura d’attacco lungo il confine” in Libano. Lloyd Austin ha dichiarato che ci saranno “serie conseguenze per l’Iran nel caso scelga di lanciare un attacco militare diretto contro Israele.” Solo 8 giorni fa il segretario di Stato Blinken aveva dichiarato, ai margini dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite: “Ovviamente non crediamo che un’invasione di terra in Libano possa contribuire a ridurre le tensioni nella regione.”
Il cambio drastico di posizione da parte della Casa bianca sarebbe arrivato perché i funzionari israeliani avrebbero convinto i propri colleghi statunitensi che l’operazione sarà effettivamente limitata — l’amministrazione Biden non crede che questo sia l’inizio di un’altra invasione come quella del 2006. Alla fine di una conferenza stampa sull’uragano Helene, rispondendo alla domanda di un giornalista sull’annuncio dell’operazione di terra, Biden si è espresso in modo criptico, dicendo che gli “va bene che si fermino:” non è chiaro se intendendo che ha fiducia che l’invasione resterà limitata, oppure se chiedendo che l’operazione si fermi immediatamente — oppure se il presidente non ha semplicemente capito la domanda. “Serve un cessate il fuoco, ora,” ha aggiunto il presidente statunitense prima di lasciare la stanza. Finora tutti gli apparenti sforzi di pace di Washington non hanno portato ad alcun effetto positivo nella regione. Omar Rahman, del Middle East Council on Global Affairs, sottolinea che l’operazione “ha perfettamente senso” in questa fase dell’aggressione del Libano e che potrebbe fare da apripista a una vera e propria invasione di terra. Lo scopo sarebbe “vedere il livello di resistenza di Hezbollah” che rimane dopo i bombardamenti e l’assassinio di Hassan Nasr Allah.
Le operazioni delle IDF non si limitano all’invasione di terra: sono in corso nuovi bombardamenti nel sud di Beirut — lunedì le IDF hanno ucciso 95 persone e causato 172 feriti, secondo i dati del ministero della Salute libanese. Continua anche l’aggressione di Gaza: l’aviazione israeliana ha bombardato di nuovo il campo profughi di Nuseirat, uccidendo altre 11 persone.