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foto via Facebook CGIL Roma

Migliaia di persone hanno partecipato al sit–in organizzato da Cgil e Uil — con la partecipazione di molte associazioni, tra cui anche Ultima Generazione e Libera — contro il Ddl sicurezza. La manifestazione ha dato poi via a un corteo fino a Corsia Agonale, vicino al Senato — dove tra pochi giorni il ddl 1660 diventerà legge. Domani ne ha parlato con Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone, che spiega: “Da quando c’è questo governo ogni mese si fa un decreto o un ddl in cui si introducono nuovi reati e si alzano le pene per quelli esistenti.” “Il penale sembra essere la soluzione primaria. Il governo pensa che i problemi non si risolvono con politiche sociali, economiche, del lavoro. La soluzione sembra essere solo la repressione.” Marietti sottolinea che non si tratta di uno sviluppo recente — il “decreto rave” è stata una delle azioni di apertura del governo Meloni, che poi ha continuato sulla stessa falsariga per rispondere alla strage di Cutro e ai fatti di Caivano. Con il ddl Sicurezza, però, si fa un passo in più — “si rincorre l’attualità, quello che il diritto penale non dovrebbe fare mai,” spiega ancora Marietti — con l’introduzione di aggravanti tattiche, come quelle per chi protesta contro le “grandi opere,” proprio nel contesto delle nascenti manifestazioni contro il ponte sullo Stretto.

Alla manifestazione hanno partecipato i principali leader dell’opposizione. Su X, Nicola Fratoianni commenta: “Quando si arriva a rendere reato penale il dissenso e il diritto a manifestare, allora la qualità della democrazia è davvero in pericolo.” Schlein ha dichiarato che “il Ddl lo contrasteremo in parlamento, ma è importante anche questa forte mobilitazione sociale.” Secondo Magi i nuovi reati del ddl 1660 “saranno tutti bocciati dai tribunali e della Corte costituzionale,” anche se ovviamente “ci vorranno anni e nel frattempo avranno creato danni ai cittadini, aumentato la conflittualità, la tensione sociale e anche danni alle imprese.” Secondo la segretaria del Pd si tratta di “norme più repressive del codice Rocco dettate da furia ideologica.” Anche Conte ha paragonato il nuovo ddl al codice Rocco, il codice penale codificato dal ministro Alfredo Rocco durante la dittatura fascista. Secondo Maurizio Landini, “la sicurezza si realizza investendo sulla sanità, superando la precarietà, colpendo l’evasione fiscale. Non limitando la libertà delle persone.”

Il manifesto collega la deriva liberticida del governo al ddl che riforma il voto in condotta e quello nella scuola primaria, passato in via definitiva, con 154 a favore, 97 contrari e 7 astenuti, alla Camera mercoledì. Valditara sostiene si tratti di un “passaggio fondamentale,” perché “responsabilizza i ragazzi e restituisce autorevolezza ai docenti.” Luciana Cimino spiega bene il vero obiettivo della riforma: “Reprimere ogni iniziativa politica o civile degli studenti.” “Dentro la scuola e fuori, con l’inasprimento delle pene per gli ambientalisti che lottano contro il riscaldamento climatico o il ponte sullo Stretto.” La riforma prevede anche l’introduzione di testi “sulle conseguenze delle proprie azioni” da scrivere in seguito a una sospensione — una punizione che non si può non leggere nel contesto della visione del mondo del ministro, secondo cui “l’umiliazione” “è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità.”


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