Il governo Barnier, sotto l’egida di Marine Le Pen
“Non c’è dubbio che Michel Barnier sembra avere le stesse idee sull’immigrazione che abbiamo noi,” ha dichiarato Le Pen, promettendo che RN non sfiducerà “automaticamente” il nuovo governo
Grab TF1, via X @michelbarnier
|
I leader del Rassemblement National hanno messo in chiaro che non hanno nessuna intenzione di votare immediatamente la sfiducia al governo del nuovo Primo ministro francese Michel Barnier, anzi: parlando su TF1, Jordan Bardella ha auspicato che il partito non prendesse parte a “disordini istituzionali” e “caos democratico,” “a differenza della sinistra”: “Giudicherò il nuovo Primo ministro in base alle prove, che non significa che non ci saranno sfiduce in futuro,” ha dichiarato Bardella, che esplicitamente chiede al nuovo governo di spostarsi verso l’estrema destra: “Se, al contrario, dovesse diventare la nuova faccia del macronismo, e continua le politiche di Emmanuel Macron — che sono state severamente punite alle urne a luglio, allora questo governo cadrà.” Anche Marine Le Pen è soddisfatta: in un’intervista con la Tribune Dimanche, le Pen sostiene che le “sembra” che il governo Barnier “sia una rottura chiara con il modo di lavorare imposto dal presidente della Repubblica e dal suo partito.” Una cosa “perfettamente normale,” perché “stiamo tornando a una democrazia normale.” “Non c’è dubbio che Michel Barnier sembra avere le stesse idee sull’immigrazione che abbiamo noi,” ha dichiarato Le Pen, che ha garantito al Primo ministro: “Il nostro desiderio è non creare blocchi.” “Se avessimo voluto, avremmo fatto come il Nuovo fronte popolare e minacciato di sfiduciare chiunque. Non è il nostro modo di pensare.” Si tratta, comunque, di un supporto intransigente: “Questo governo sarà ovviamente sotto sorveglianza. Abbiamo le nostre richieste e non le cambieremo.” Riassumendo la nuova posizione del Rassemblement National, Bardella ha dichiarato: “Da oggi e nei prossimi mesi abbiamo, e sicuramente avremo, un ruolo da arbitro.”
Il nuovo Primo ministro ha a sua volta rilasciato un’intervista in cui promette di “rispettare i francesi, e far rispettare la Francia” — il suo motto durante il congresso repubblicano del 2021, che avrebbe poi perso. Cercando di mettere una pezza sul suo uso dell’espressione “la gente dal basso” — per il quale è stato aspramente criticato dalle forze progressiste — Barnier ha ripetuto più volte che anche lui viene “dal basso.”
Centinaia di migliaia di “persone dal basso” hanno partecipato alle proteste organizzate dalla France Insoumise e dai movimenti studenteschi a Parigi e in numerose altre città francesi. Come sempre c’è una differenza netta tra i numeri degli organizzatori e quelli delle autorità — secondo LFI hanno manifestato più di 300 mila persone, mentre secondo le autorità non erano più di 110 mila. La differenza si fa particolarmente comica a Parigi, dove secondo gli organizzatori c’erano 160 mila persone, mentre secondo la polizia della capitale francese erano solo 26 mila. A Parigi tantissimi denunciavano la nomina di Barnier come “il golpe di Macron.” La parlamentare di LFI Aurélie Trouvé riassume tranchant, parlando dalla manifestazione: “Il Primo ministro è stato scelto da Emmanuel Macron per fare il peggio” possibile.