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I militari israeliani hanno ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla testa Ayşenur Ezgi Eygi, una volontaria turco–americana, 26enne, della ONG palestinese International Solidarity Movement, mentre partecipava a una protesta contro l’espansione dei coloni nella Cisgiordania occupata. Eygi è stata portata all’ospedale Rafidia di Nablus, ma ha perso la vita. Secondo i testimoni presenti sulla scena, i militari hanno risposto con violenza eccessiva — e fatale — usando munizioni letali e gas lacrimogeno contro un numero imprecisato di palestinesi che avevano tirato pietre nella loro direzione. Le IDF hanno dichiarato su X che stanno investigando, specificando però che i soldati “hanno aperto il fuoco” verso “un istigatore di azioni violente.” Parlando con al–Quds, un paramedico presente sulla scena spiega che nella zona si tengono proteste settimanali, e che i militari hanno sparato due colpi — un’altra persona è rimasta ferita, ma è sopravvissuta.

Dagli Stati Uniti sono arrivate dichiarazioni di cordoglio, ma senza spendere gravi parole: il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Savett ha detto che alla Casa bianca si è “profondamente turbati” dalla morte di Eygi, ma l’azione politica si ferma al chiedere un’indagine sull’“incidente.” Anche le Nazioni Unite si sono espresse sulla necessità di una “indagine completa” sull’omicidio. Si è espressa con parole più dure la parlamentare Pramila Jayapal — Eygi era studentessa all’Università di Washington, nella sua circoscrizione: “Il governo Netanyahu non fa niente per fermare l’espansione degli insediamenti e la violenza dei coloni in Cisgiordania,” che anzi è “incoraggiata dai ministri di destra del governo Netanyahu.” Il presidente turco Erdoğan ha scritto un post su X parlando espressamente di un “barbaro intervento” da parte dei militari “contro una protesta civile”: “Come Turchia, continueremo a impegnarci in ogni modo per porre fine alla politica di occupazione e genocidio di Israele, che va avanti da quasi un anno e ha ucciso 41mila persone,” e per garantire che le autorità israeliane siano perseguite “per i crimini contro l’umanità che hanno commesso.”

La violenza dei militari israeliani a Gaza e in Cisgiordania non si limita purtroppo all’omicidio di Eygi: nel corso della giornata di venerdì sono state uccise 13 persone in bombardamenti su tutta la Striscia di Gaza. Nelle scorse ore l’aviazione israeliana ha colpito un’altra scuola, uccidendo altre 8 persone. Nel frattempo, è emerso un altro caso di violenze sessuali contro un carcerato palestinese da parte di guardie israeliane.


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