L’escalation dell’aggressione israeliana in Cisgiordania

L’assalto è iniziato a mezzanotte con un gruppo di soldati in incognito (!) che sono entrati nei campi profughi di Jenin e di Nur Shams. A Tubas, le IDF hanno attaccato aprendo il fuoco direttamente in elicottero, mirando a un terzo campo profughi

L’escalation dell’aggressione israeliana in Cisgiordania
I bulldozer delle IDF distruggono le strade a Tulkarem durante i raid nella città. Foto: WAFA

Dall’inizio dell’aggressione a Gaza si è registrato un aumento rilevante delle violenze contro la popolazione palestinese in Cisgiordania, ma il fulcro dell’azione militare delle IDF è rimasto sulla Striscia. Mercoledì la situazione si è aggravata in modo rilevante: Israele ha lanciato una offensiva militare su larga scala, attaccando 3 città — Jenin, Tulkarem e Tubas — via terra e aria. L’assalto è iniziato a mezzanotte, ora locale, con un gruppo di soldati in incognito (!) che sono entrati nei campi profughi di Jenin e di Nur Shams, a Tulkarem. A Tubas, le IDF hanno attaccato aprendo il fuoco direttamente in elicottero, mirando a un terzo campo profughi. I militari hanno quindi condotto un raid dei tre campi, e circondato gli ospedali locali, impedendo così al personale sanitario di raggiungere le persone ferite nell’attacco. Le tre città sono ora sotto assedio, isolate dal resto della Cisgiordania. Secondo fonti nelle IDF di Times of Israel l’operazione militare in Cisgiordania potrebbe durare “diversi giorni”.

I militari israeliani hanno giustificato l’operazione descrivendola come “anti–terroristica,” senza dare ulteriori dettagli. Il ministro degli Esteri Israel Katz ha commentato l’operazione con parole molto minacciose: “Dobbiamo gestire la minaccia in Cisgiordania come stiamo facendo a Gaza, compresa l’evacuazione temporanea dei residenti palestinesi e qualsiasi altro passo sia necessario.” “L’Iran sta cercando di stabilire un fronte est contro Israele in Cisgiordania,” ha dichiarato il ministro senza fornire nessuna prova, “su un modello simile a Gaza e al Libano.” “Questa è una guerra per tutto, e dobbiamo vincerla.”

È stata una giornata particolarmente violenta anche a Gaza — le IDF hanno ucciso almeno 17 persone in diversi attacchi su tutta la Striscia. Come sempre, questi numeri sono parziali — le operazioni di soccorso sono sempre più difficili, e tantissime persone perdono la vita senza che personale sanitario possa raggiungerle o semplicemente raccogliere il loro corpo esanime. L’escalation in Cisgiordania e gli attacchi delle scorse ore sulla Striscia di Gaza sono stati lanciati forti di un nuovo rifornimento militare dagli Stati Uniti — il 500esimo dall’inizio dell’aggressione.

Bellingcat ha pubblicato una nuova analisi basata su immagini satellitari, che mostra il livello di distruzione causato dall’attacco delle IDF su Rafah, che si è estesa ben oltre la Philadelphi Route. Gli autori citano l’esempio del quartiere Tall As Sultan, composto da 670 edifici — di cui ne restano ancora in piedi solo 224. Gran parte degli edifici sono stati abbattuti tra il 18 luglio e il 4 agosto, dopo l’arrivo delle truppe di terra nella zona, in quella operazione che doveva essere una “linea rossa” per gli Stati Uniti — finché non è poi stata lanciata. Il relatore speciale ONU al diritto alla casa, Balakrishnan Rajagopal, ha dichiarato che l’inchiesta “mostra che sono stati commessi grandi crimini internazionali, compreso il domicidio.” Rajagopal lascia un monito: “La Corte penale internazionale non può non aggiungerli alle accuse” contro Israele.


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