La trattativa segreta, saltata tra Ucraina e Russia
Rappresentanti di Ucraina e Russia avrebbero dovuto incontrarsi a Doha per trovare un accordo su un cessate il fuoco parziale, ma la trattativa è saltata dopo l’attacco all’oblast di Kursk
foto via X @DefenceU
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Il Washington Post ha pubblicato un retroscena esclusivo che rivela che rappresentanti di Ucraina e Russia avrebbero dovuto incontrarsi a Doha per trovare un accordo su un cessate il fuoco parziale, che avrebbe messo fine agli attacchi reciproci sulle infrastrutture energetiche. I mediatori qatarini avrebbero svolto un lavoro di mediazione — l’incontro doveva essere indiretto, senza trattativa diretta tra Kyiv e Mosca. Non se ne farà niente, però: fonti del quotidiano riportano che l’attacco all’oblast di Kursk lanciato la settimana scorsa dall’Ucraina avrebbe fatto saltare l’incontro. Negli scorsi mesi l’aviazione russa ha spesso bombardato la rete elettrica ucraina, e l’esercito ucraino ha risposto con attacchi droni contro gli impianti petroliferi russi. Le fonti del Washington Post parlano di una grossa occasione persa: c’era speranza che il negoziato avrebbe portato poi a un accordo più di ampio respiro, per mettere fine alla guerra. D’altronde, finora le leadership dei due stati non avevano mai dato segnali di essere pronti a compromessi e concessioni.
La rivelazione arriva in un momento già molto delicato tra l’Ucraina e i suoi alleati europei, dopo la pubblicazione del report del Wall Street Journal che conferma la responsabilità dell’Ucraina nell’attentato al Nord Stream 2, in un’operazione che sarebbe stata approvata da Zelenskyj stesso — anche se ovviamente il governo ucraino nega di essere il mandante, anche se con argomenti non particolarmente convincenti: il consigliere di Zelenskyj Mychajlo Podoljak sostiene che all’epoca solo la Russia aveva “le risorse finanziarie e tecniche” per svolgere l’attacco, quando si tratta di un’operazione che avrebbe impiegato 6 uomini e dal costo di 273 mila euro.
Un retroscena del Frankfurter Allgemeine Zeitung, che cita documenti non pubblici ed email tra funzionari tedeschi, rivela che il governo tedesco si starebbe preparando a fermare i finanziamenti diretti degli aiuti militari per Kyiv. Questo non vuol dire che la Germania smetterà di sostenere la controffensiva di Kyiv — ma i nuovi aiuti dovranno essere finanziati interamente con i ricavi degli asset russi congelati, nel contesto del piano della coalizione di governo per ridurre la spesa statale. La questione potrebbe ritardare di mesi ulteriori aiuti per l’Ucraina — a giugno il G7 si è accordato in modo preliminare sull’uso dei proventi degli asset russi, ma ma gli stati non si sono ancora accordati su nessun dettaglio — a parte la cifra totale, 50 miliardi di dollari in finanziamenti. Che i politici tedeschi abbiano deciso che la guerra in Ucraina costa troppo non è una novità: già il mese scorso la coalizione era arrivata a un accordo per dimezzare l’impegno economico tedesco in Ucraino — da 8 a 4 miliardi di euro. Gli sviluppi di questi giorni sembrano aver permesso ai politici tedeschi di andare oltre gli accordi precedenti.