foto via X @Palestine_UN
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Si è tenuta martedì una sessione d’emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, chiesta dall’Algeria in seguito all’attacco delle IDF contro la scuola al–Tabin, dove sono state uccise circa 100 persone durante la preghiera del mattino. L’inviato palestinese alle Nazioni Unite, Riyad Mansour, è intervenuto per chiedere l’imposizione di sanzioni contro Tel Aviv per gli attacchi sulla Striscia di Gaza: “Israele continua ad uccidere e a provocare incendi in tutto il Medio Oriente mentre siamo qui seduti durante il 75esimo anniversario delle Convenzioni di Ginevra.” “Lasciate che dica l’ovvio: a Israele non interessano le vostre condanne, ignora le vostre risoluzioni. Non ascolta nemmeno ai vostri dibattiti.” Durante l’intervento il rappresentante ONU di Israele Gilad Erdan stava guardando il telefono, e Mansour l’ha ripreso direttamente — “il loro rappresentante gioca con l’iPhone mentre parlate,” ha ammonito i colleghi. Riferendosi ai prigionieri israeliani ancora a Gaza, Mansour ha commentato: “Da tempo è diventato chiaro che al governo israeliano non potrebbe importargliene di meno.” “Netanyahu ha altre priorità, egoiste e maniacali.” Chiedendo alla comunità internazionale di “darsi una svegliata,” Mansour ha aggiunto: “Smettete di immaginare che potete far ragionare il governo israeliano, così che smetta di uccidere i civili a colpi di migliaia, di causare carestia, di torturare i prigionieri, di colonizzare e annettere le nostre terre.” “È tempo di sanzioni,” ha concluso, “Quando farete rispettare le vostre decisioni e la legge internazionale? Dovete imporre sanzioni contro questi criminali.”
Il monito di Mansour arriva mentre emergono nuovi dettagli su come le IDF agiscono nel contesto della loro aggressione della Striscia di Gaza. Un’indagine di Al Jazeera muove un’accusa particolarmente grave, ovvero che l’attacco alla scuola al–Tabin è stato “programmato deliberatamente per causare il numero massimo di vittime,” con “un gran numero di persone sfollate deliberatamente nel mirino” dell’aviazione israeliana. Secondo l’inchiesta gli obiettivi colpiti con precisione mostrano come le IDF avessero precisa intenzione di colpire in massa le persone in preghiera e gli sfollati, e non un’azione rivolta all’uccisione di miliziani: “Le prove suggeriscono con forza” che si sia trattato di un “attacco premeditato e calcolato, con l’obiettivo di causare una massiccia perdita di vite umane.” Un report di Haaretz, invece, dettaglia come l’esercito israeliano utilizzi civili non sospettati di terrorismo come scudi umani per l’esplorazione dei tunnel e delle case di Gaza. Le IDF negano che questa sia una pratica diffusa, ma ai soldati presenti sulla Striscia è spiegato che “le nostre vite sono più importanti delle loro.” Il quotidiano di Tel Aviv muove un’accusa precisa: non solo l’uso di scudi umani è una pratica di routine nel corso dell’aggressione della Striscia di Gaza, ma la leadership militare israeliana è a conoscenza della cosa. Ai civili palestinesi catturati viene detto che saranno liberati se collaborano e fanno gli scudi umani per una missione. Non è una novità: le IDF hanno usato civili palestinesi come scudi umani già nel 2002, durante le operazioni in Cisgiordania. All’epoca la cosa aveva un nome specifico, “procedura vicino” — perché si mandava avanti “il vicino” per esplorare case e palazzi.
È in questo contesto che l’amministrazione Biden ha approvato vendite di armi a Israele per un valore totale di 20 miliardi di dollari. L’ordine comprende 50 nuovi jet F–15 e parti per aggiornare i jet israeliani — che arriveranno probabilmente nel 2029, perché richiedono anni per essere costruiti — mentre il resto delle forniture dovrebbero arrivare, sulla carta, a partire dal 2026, ma secondo un esperto sentito da Reuters le consegne potrebbero arrivare anche “prima.” Tra gli acquisti ci sono anche missili aria–aria “Slammer,” gli AMRAAM, che non è chiaro da dove arriveranno — una nota del dipartimento di Stato specifica solo che saranno una “nuova produzione.” Nel comunicato stampa sulla vendita degli F–15, il dipartimento di Stato scrive esplicitamente che “gli Stati Uniti sono impegnati nella sicurezza di Israele,” perché “è vitale agli interessi nazionali statunitensi assistere Israele perché sviluppi e mantenga una capacità di autodifesa forte e preparata.”