Il diritto allo stupro delle IDF
Parlamentari e attivisti di estrema destra hanno protestato fuori dal famigerato centro di detenzione di Sde Teiman per difendere 9 riservisti accusati di un grave caso di stupro
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Questo articolo contiene descrizioni di violenze sessuali e di maltrattamento che possono urtare la vostra sensibilità.
La polizia militare israeliana ha fermato 9 riservisti per interrogarli sulle accuse di un grave caso di abusi sessuali nel centro di detenzione di Sde Teiman. I casi di stupro nel centro di detenzione sono innumerevoli, ma in questo caso sono scattate le indagini perché le violenze sessuali sono state così gravi da necessitare l’intervento medico, a causa di una “ferita grave nella zona del retto.” I militari hanno opposto resistenza, “in aperta ribellione per il diritto di stuprare i prigionieri,” scrive il direttore di +972 Mag Haggai Matar. I militari ribelli si sono barricati nella struttura, e hanno usato spray al peperoncino contro la polizia militare. In soccorso dei riservisti indagati sono arrivati rapidamente politici e attivisti di estrema destra, che si sono scontrati con la polizia militare. Ad un certo punto un gruppo di civili, guidati da parlamentari di estrema destra, è riuscito a fare irruzione nella struttura — la polizia li ha fatti poi uscire. I disordini sono stati condannati da Netanyahu, che ha chiesto di “calmare gli spiriti immediatamente,” e dal capo di stato maggiore delle IDF Herzi Halevi, che ha descritto l’assalto come “contro la legge” e “non accettabile in nessun modo.” (sic)
Oltre al caso specifico di stupro, il centro di detenzione di Sde Teiman è famigerato per le condizioni disumane in cui sono costretti i prigionieri — anche nel contesto degli standard genocidi dell’aggressione di Gaza. Dal 7 ottobre 36 persone sono morte mentre erano detenute nella struttura, ci sono testimonianze di operazioni chirurgiche svolte senza anestesia, elettrocuzioni, mutilazioni, di prigionieri tenuti volutamente e sistematicamente alla fame e di corpi esanimi conservati in frigoriferi — catalogati con numeri e non nomi. Due settimane fa due giudici della Corte suprema israeliana, insieme al presidente ad interim Uzi Vogelman, avevano ordinato allo stato di spiegare “perché il centro di detenzione di Sde Teiman non è operato secondo la legge.” Haggai Matar sottolinea che l’episodio mette in evidenza un’altra crisi: la presenza di milizie interne alle IDF che da anni assistono i coloni in modo ancora più violento di quanto accettato dalla leadership militare — miliziani che ora sembrano pronti a usare la forza anche contro l’esercito stesso.
La Knesset è in pausa estiva, ma converrà in una seduta d’emergenza in giornata — organizzata dai parlamentari che vogliono difendere i riservisti accusati di stupro. Secondo il ministro delle Finanze Smotrich questi militari in realtà sarebbero “guerrieri eroici,” mentre Ben–Gvir, il cui dicastero controlla la polizia e il servizio penitenziario israeliano, li ha descritti come “i migliori eroi,” il cui arresto “non è niente meno che vergognoso.” Ben–Gvir non nega necessariamente gli abusi di Sde Teiman, al contrario li legittima: “I centri estivi e la pazienza con i terroristi sono finiti. I combattenti dovrebbero avere il nostro pieno supporto.”