Le IDF hanno bombardato il 70% delle scuole UNRWA di Gaza

Dall’inizio dell’aggressione di Gaza il 70% delle scuole gestite dall’UNRWA è stata bombardata — il 95% di queste strutture era stata convertita in rifugio per gli sfollati quando è stata bombardata. Secondo le stime dell’ONU 539 sfollati sono stati uccisi mentre cercavano rifugio nelle scuole UNRWA

Le IDF hanno bombardato il 70% delle scuole UNRWA di Gaza
La scuola al–Razi dopo il bombardamento delle IDF. Foto via Telegram @hamza20300

I bombardamenti sulla Striscia di Gaza continuano senza sosta: martedì l’aviazione israeliana ha ucciso più di 48 persone in 3 attacchi separati, condotti in meno di un’ora. Sono stati 3 obiettivi espressamente civili: una scuola dell’UNRWA nei pressi del campo profughi di Nuseirat — un’altra, la settimana scorsa era stata bombarda la scuola al–Ga’uni, questa era la scuola al–Razi — una stazione di benzina a Khan Yunis, e una rotonda nel nord di Gaza, dove si era aggregato un numero di sfollati. Il numero di feriti non è ancora chiaro — i soccorsi proseguono come possono — ma è nell’ambito delle decine: solo nel bombardamento del benzinaio si contano 26 feriti. Nell’attacco alla scuola hanno perso la vita 25 persone. Dall’inizio dell’aggressione di Gaza il 70% delle scuole gestite dall’UNRWA è stata bombardata — il 95% di queste strutture era stata convertita in rifugio per gli sfollati quando è stata bombardata. Secondo le stime dell’ONU 539 sfollati sono stati uccisi mentre cercavano rifugio nelle scuole UNRWA.

I bombardamenti e gli attacchi di artiglieria si susseguono nel quasi tacito consenso degli alleati di Israele. Parlando con la stampa, il portavoce del dipartimento di Stato statunitense Matthew Miller ha dichiarato ha utilizzato la scusa della presenza di miliziani di Hamas nelle scuole per giustificare la strage di civili — da anni si discute di come Washington usi la tesi degli “scudi umani” per giustificare i crimini di guerra propri e dei propri alleati più vicini. Miller ha ammesso che è “responsabilità” delle IDF “minimizzare le morti di civili” e garantisce che gli Stati Uniti “non vogliono vedere civili morire” anche se hanno “il giusto obiettivo di attaccare militanti e impedire che continuino a minacciare lo stato di Israele.”

In un’intervista registrata a 360 with Speedy, con Speedy Morman, Joe Biden è tornato a definirsi un sionista, spiegando che “non serve essere ebrei per essere sionisti, e un sionista ha a cuore che Israele sia un posto sicuro per gli ebrei, per la loro storia e per come sono stati perseguitati.” Secondo Biden il problema è che “molte persone non sanno cosa sia un sionista.” Il presidente statunitense ha anche vantato di “aver fatto più di ogni altro per i palestinesi,” e di essere “molto in supporto dei palestinesi.” Biden ha vantato quanto fatto finora per sostenere il popolo palestinese in difficoltà sotto le bombe fornite dagli Stati Uniti all’aviazione israeliana: “Sono il tizio che ha sbloccato tutti i beni.” — non è chiaro a cosa si riferisse — “Sono il tizio che ha garantito che gli egiziani aprissero il confine e lasciassero entrare cibo e medicine.” Biden sostiene anche di “aver messo d’accordo gli stati arabi perché aiutassero i palestinesi con cibo e assistenza.” È particolarmente peculiare il vantarsi dell’aver convinto le autorità egiziane a riaprire il valico di Kerem Shalom / Karem Abu Salem — pressioni che si erano rese necessarie quanto le IDF hanno lanciato l’operazione di terra a Rafah senza conseguenze diplomatiche, dopo mesi durante i quali Washington aveva indicato che si trattava di una linea rossa.


Sostieni l’informazione indipendente di the Submarine: abbonati a Hello, World! La prima settimana è gratis