Zele-Harris
grab C-SPAN

La conferenza stampa conclusiva del summit NATO di Biden — quella che la stampa statunitense ha descritto come “la più importante della sua carriera politica” — è andata… così così. Nel proprio intervento preparato Biden se l’è cavata, parlando in modo lucido, seppur molto aggressivo sia contro la Russia che contro la Cina — e ammettendo per la prima volta che l’accordo per il cessate il fuoco che aveva presentato non era israeliano, ma scritto a Washington. Ma il presidente degli Stati Uniti ha anche fatto due gaffe molto significative in un momento in cui la sua lucidità è all’attenzione di tutti: prima della conferenza stampa, ha presentato Zelenskyj come il “il presidente Putin” — anche se si è fortunatamente corretto subito — e dopo la conferenza stampa, parlando con i giornalisti, si è riferito a Kamala Harris chiamandola “la vicepresidente Trump”: “Non l’avrei scelta come vice–presidente se non pensassi che sarebbe qualificata a essere presidente.” Biden ha negato che ha bisogno di andare a dormire presto e ha bisogno di iniziare con calma a lavorare al mattino, ammettendo però che “sarebbe meglio per me andare un po’ più piano.” Biden ha ripetuto che non intende rifiutare la nomination: ha ammesso che altri democratici “potrebbero vincere” le elezioni, “ma dovrebbero ricominciare dall’inizio.” Biden continua a definirsi “la persona più qualificata a essere candidata,” e si è impegnato a “battere di nuovo” Trump.

Secondo un retroscena nel liveblog del New York Times, nei circoli di Trump c’è molta soddisfazione per la performance di Biden in conferenza stampa, che sarebbe stata abbastanza solida da impedirne il ritiro. Lo staff di Trump è certo che l’ex presidente vincerà con un grande margine contro Biden, e preferirebbero evitare qualsiasi ulteriore variabile — anche se non considerano minacciosa nemmeno la possibile candidatura di Harris. I sondaggi sono d’accordo: Trump è solidamente avanti nella maggioranza dei sondaggi. Da parte sua, Biden ha descritto la possibilità che la nomination vada a qualcun altro come un “processo democratico” — ma ha aggiunto, in un sussurro ironico ma piuttosto minaccioso: “Non succederà.”

Negli ambienti democratici c’è frustrazione nei confronti dello staff di Biden, che da tempo avrebbe nascosto le crescenti difficoltà del presidente. CNN ha pubblicato un lungo retroscena che traccia una situazione durissima: l’ultima vera e propria riunione di gabinetto alla Casa bianca si sarebbe tenuta il 2 ottobre 2023 — dopo quella data lo staff di Biden ha sempre condotto incontri “orchestrati,” i cui punti da dibattere erano già prestabiliti, presumibilmente per assistere il presidente a sviluppare le proprie risposte in anticipo. Durante la visita di Xi Jinping negli Stati Uniti, lo staff del presidente ha cercato di impedire alla stampa di registrare video dei due leader che passeggiavano insieme, in modo da non sottolineare la differenza tra i due in termini di prestanza fisica — alla fine la stampa ha potuto assistere solo a un breve momento della loro passeggiata. Durante il proprio ultimo viaggio in Europa, lo staff di Biden ha preteso due giorni di riposo durante la propria tappa francese — nonostante tutto, un diplomatico europeo ha commentato al canale statunitense ricordando che Biden sarebbe arrivato al G7 in Italia visibilmente stanco: “Ad un certo punto voleva sedersi e non c’erano sedie. Si muoveva lentamente. Sono cose stupide, ma che mostrano che è una persona anziana che ha bisogno di assistenza.” “Ce ne siamo accorti tutti.”


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