grab via C-SPAN
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Il primo dibattito tra Trump e Biden in vista delle elezioni di novembre è stato disastroso. CNN ha organizzato il confronto — condotto da Jake Tapper e Dan Bash — senza nessuna forma di fact–checking dal vivo, permettendo a Trump di ripetere numerose falsità senza che il pubblico venisse correttamente informato a riguardo. Trump, però, è arrivato al confronto determinato a spiegare i motivi per votarlo — anche se molte delle sue tesi, appunto, non sono sostenute dai fatti. Biden, invece, non era pronto al dibattito, e ha avuto una performance molto deludente: con la voce roca, dando risposte poco chiare, spesso perdendo il filo del discorso, e senza sottolineare quando il suo avversario diceva cosa platealmente false. Se volete farvi del male potete recuperare l’intero dibattito su C–SPAN, se avete poco tempo, invece, potete scegliere tra alcuni momenti topici:
- Biden e Trump che litigano su chi è più bravo a golf;
- Trump che sostiene che di aver risolto la crisi del COVID, senza fact–checking, e senza correzioni da Biden;
- Biden che cerca di vantare il proprio impegno per il sistema sanitario, ma si incarta e non riesce a finire la frase;
- Trump e gli omicidi: le madri che uccidono i bambini dopo la nascita, i migranti che “stuprano e uccidono le donne,” Biden che uccide i bambini, Biden che ha “ucciso tante persone al confine;”
- Biden che invece di dire di non essere troppo vecchio, dice che anche Trump è vecchio, e meno preparato.
Durante il confronto e nelle ore successive molti funzionari democratici e commentatori vicini al partito hanno reagito con grande preoccupazione per la performance di Biden. Secondo il suo comitato elettorale, il presidente aveva un brutto raffreddore — non il COVID — ed effettivamente Biden si è poi “scaldato” e nella seconda metà del confronto è stato più proattivo, ma l’impressione generale — e che probabilmente si è solidificata anche nel pubblico, in particolare chi ha visto solo l’inizio del confronto — è che Biden non sia più fisicamente e mentalmente in grado di stare alla Casa bianca. Alcuni democratici a porte chiuse stanno dicendo espressamente che Biden dovrebbe ritirarsi, e di usare il congresso del partito per trovare un altro candidato. Il congresso, in cui si dovrebbe formalizzare la candidatura di Biden, si tiene dal 19 al 22 agosto: altri democratici sostengono che sia ormai troppo tardi per cambiare candidato, e temono che questi dibattiti non facciano altro che rafforzare la posizione di Trump. Uno stratega elettorale democratico, ovviamente rimasto anonimo, ha commentato la situazione dicendo: “Le discussioni su un sostituto esploderanno assolutamente. Non si torna indietro da questo disastro.” Un altro funzionario, a quanto pare vicino a Biden, commenta: “Per la prima volta sto iniziando a pensare che chiedere a Biden di ritirarsi non sia un’eresia; è l’unica cosa responsabile da fare.” “Se perdiamo le elezioni con Trump perché eravamo troppo spaventati di ammettere che avevamo torto sulla sua età, o eravamo troppo preoccupati all’idea di avere un congresso aperto [ad altri candidati], allora non possiamo più chiamare il nostro partito come i difensori della democrazia.”
Ma come si nomina un sostituto a Biden? Il presidente ha vinto il 95% dei quasi 4.000 delegati che comporranno il Comitato nazionale che deve scegliere il candidato presidente. Questi delegati si sono impegnati a votare per Biden, ma non sono obbligati a votarlo: il presidente potrebbe rifiutare la nomination, aprendo alla trattativa interna per trovare un sostituto. Biden potrebbe cercare di spingere per promuovere alla candidatura la sua vice, Harris, ma i suoi delegati non sarebbero di nuovo obbligati a votare per lei come automatismo — e il tasso di approvazione di Harris preoccupa molti colleghi di partito. Da quando Biden ha annunciato che si sarebbe ricandidato, il partito si è sostanzialmente allineato nel sostegno del suo presidente — ma nei prossimi giorni la situazione potrebbe cambiare anche drasticamente.