Medicidio: la persecuzione del personale sanitario a Gaza

Iyad al-Rantisi. Foto: WAFA Un retroscena di Haaretz rivela l’uccisione di Iyad al-Rantisi, arrestato lo scorso novembre con l’accusa di aver tenuto alcuni dei prigionieri israeliani a Gaza. Rantisi è morto sei giorni […]

Medicidio: la persecuzione del personale sanitario a Gaza
Iyad al-Rantisi. Foto: WAFA

Un retroscena di Haaretz rivela l’uccisione di Iyad al-Rantisi, arrestato lo scorso novembre con l’accusa di aver tenuto alcuni dei prigionieri israeliani a Gaza. Rantisi è morto sei giorni dopo essere stato arrestato, mentre era costretto in una “struttura per gli interrogatori” dello Shin Bet. L’agenzia di spionaggio addetta alla sicurezza interna di Israele sostiene che le “circostanze della sua morte” sono “sotto esame dai funzionari rilevanti.” Rantisi era direttore dell’ospedale femminile Kamal Adwan, nel nord della Striscia di Gaza — la struttura, che ha subito due raid delle IDF a dicembre e poi il mese scorso, ora non è più funzionante. La notizia arriva solo ora perché immediatamente dopo la sua morte la pretura di Ascalona ha ordinato un’ordinanza di non divulgazione sulla sua morte di 6 mesi, che è appunto appena scaduta. La sua famiglia e l’amministrazione dell’ospedale hanno saputo della sua morte tramite i media.

Non è il primo medico ucciso sotto custodia delle autorità israeliane: ad aprile è stato ucciso Adnan al-Barsh, il direttore di ortopedia dell’ospedale al–Shifa. A inizio mese, un’inchiesta del New York Times aveva rivelato gli abusi e le torture sistematiche contro i prigionieri palestinesi costretti in un centro di detenzione gestito dalle IDF. L’ufficio stampa del governo di Gaza ha chiesto che sia avviata una “indagine internazionale” “sui crimini di arresto ed esecuzione del personale medico palestinese da parte delle forze di occupazione.” “Chiediamo che le forze di occupazione rilascino i 310 operatori sanitari che sono sotto tortura.” “Riteniamo le forze di occupazione e l’amministrazione statunitense responsabili per le vite e la sicurezza del personale medico.”

Questa notte le IDF hanno di nuovo bombardato la “zona umanitaria” della tendopoli di al–Mawasi a Rafah, uccidendo almeno 7 persone — ci sono stati bombardamenti anche sulle tende nei pressi di Khan Yunis e sulle case del campo profughi di Nuseirat, ma mentre scriviamo non ci sono dati su morti e feriti in quegli attacchi. In un altro attacco, nella città di Gaza, sono state uccise 6 persone, tra cui donne e minori. Gli attacchi sono stati lanciati dopo che gli Stati Uniti hanno confermato che hanno continuato a inviare armi ad Israele, con l’eccezione di una singola spedizione di bombe. La Casa bianca è piuttosto frustrata dalle lamentele di Netanyahu, che ieri ha pubblicato un video accusando Washington di aver sospeso l’invio di armi. Secondo un retroscena di Axios, i funzionari statunitensi hanno cancellato un incontro con Tel Aviv in cui si sarebbe dovuto parlare di Iran.


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