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foto via X @UNRWA

Nonostante le dichiarazioni di molti alleati israeliani, le IDF hanno continuato imperterrite ad attaccare Rafah e le aree umanitarie che dovrebbero essere sicure — uccidendo almeno 21 persone, e causando un numero imprecisato di feriti. Questa volta le autorità israeliane del tutto negano di essere state responsabili dell’attacco. Nel frattempo, l’operazione di terra nella città — quella che doveva essere una “linea rossa” per gli Stati Uniti — continua, con i carri armati israeliani che ormai hanno raggiunto il centro della città. La “linea rossa,” però, forse non è mai esistita: la Casa bianca ha confermato che il massacro di due giorni fa non ha violato gli avvertimenti di Biden a Israele. Parlando con la stampa, John Kirby ha dichiarato che Biden non sta “facendo finta di non vedere” le morti a Rafah, ma che non ci saranno cambi di politiche: il giornalista di CBS News Ed O’Keefe gli aveva chiesto “quanti corpi carbonizzati” devono vedere Biden e le autorità statunitensi perché ci sia un cambio di politica a Washington, e Kirby ha risposto che la domanda lo offendeva. Fuori dalla Casa bianca, un gruppo di manifestanti chiedeva in coro: “Israele bombarda, gli Stati Uniti pagano. Quanti bambini avete ucciso oggi?”

La pressione internazionale su Israele continua, seppur senza nessun risultato. L’Algeria sta facendo circolare una bozza di risoluzione per il Consiglio di Sicurezza che chiede l’immediata interruzione dell’attacco di Rafah, un cessate il fuoco immediato, e la liberazione dei prigionieri israeliani a Gaza. La speranza è che si possa arrivare a un voto molto in fretta, forse già oggi. L’ambasciatore cinese Fu Cong ha dichiarato: “La nostra speranza è che si possa fare il più in fretta possibile, perché ci sono vite in gioco.” L’ambasciatrice statunitense Linda Thomas–Greenfield ha commentato: “Stiamo aspettando di leggerla,” la bozza, “e poi reagiremo.” In precedenza gli Stati Uniti hanno posto il veto su molte risoluzioni che chiedevano di fermare l’aggressione di Gaza, sostenendo che al contrario rallentavano i lavori diplomatici. Nel frattempo, Spagna, Irlanda e Norvegia hanno confermato formalmente il loro riconoscimento dello stato palestinese.

Dopo l’incontro tra il direttore della CIA Burns, il direttore del Mossad, e il primo ministro qatarino — che si è tenuto venerdì a Parigi — le autorità israeliane hanno consegnato ai mediatori egiziani e qatarini una bozza aggiornata della loro proposta per un accordo per il cessate il fuoco. Le concessioni fatte da Tel Aviv riguarderebbero “maggiore flessibilità” sul numero di prigionieri vivi da liberare, e sulle caratteristiche della parte umanitaria dell’accordo. Secondo i retroscena c’è volontà da parte dei mediatori israeliani di parlare di un periodo di “calma sostenibile,” ma con il degenerare della situazione a Rafah secondo un retroscena di Middle East Eye, sembra che i rappresentanti di Hamas si siano detti disponibili a riaprire la trattativa solo a condizione che il governo Netanyahu ritiri le truppe.


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