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Un minore palestinese tra le macerie di una casa a Nuseirat. Foto: WAFA

Ignorando pienamente l’ordine della Corte internazionale di giustizia, le IDF hanno continuato la propria campagna a Rafah. Nelle scorse ore l’aviazione israeliana ha condotto due bombardamenti su Rafah — nel primo sono state uccise 6 persone, tra cui alcuni minorenni, mentre non è ancora chiaro il numero di morti e feriti del secondo bombardamento. La città è stata colpita anche da pesanti attacchi di artiglieria. L’aggressione continua anche nel resto della Striscia: nel città di Gaza è stata bombardata un’altra scuola dove i civili avevano trovato rifugio. Nella struttura si trovavano centinaia di persone, e mentre scriviamo risulta che l’attacco abbia causato 10 morti e 17 feriti, ma come sempre questi conteggi sono incompleti, e spesso inferiori al reale. La relatrice speciale ONU Francesca Albanese si è unita alle voci che chiedono sanzioni contro Israele in un post su X: “Siamo chiari. Mentre la CIG ordina a Israele di fermare la propria offensiva a Rafah, Israele intensifica gli attacchi” — “Israele non metterà fine a questa follia finché NOI non li faremo fermare. Gli stati membri devono imporre sanzioni, embargo per le armi, e sospendere relazioni diplomatiche e politiche con Israele finché non interrompe il proprio assalto.”

Nel frattempo, Abu Obeida, il portavoce delle brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas, ha annunciato la cattura di un numero ancora non precisato di soldati israeliani. Le IDF si sarebbero lasciate intrappolare in tunnel nei pressi del campo profughi di Jabalia. Le IDF hanno negato la notizia. L’operazione di Jabalia, iniziata nelle scorse settimane, ha causato un’ulteriore ondata di sfollamento, mentre i civili palestinesi cercano rifugio altrove.

In un’intervista con Al Jazeera Arabic, il funzionario di Hamas Osama Hamdan ha dichiarato che il gruppo sarebbe disposto a sottoscrivere in qualsiasi momento l’ultimo accordo per il cessate il fuoco respinto da Israele. Ora, però, il gruppo non è interessato in un ulteriore round di trattativa: “Non ci sono garanzie che Israele accetterà nuove proposte. Se non ci sono serie garanzie” per il ritiro delle truppe israeliane da Gaza, spiega Hamdan, accettare di partecipare a nuove trattative “darebbe solo più tempo a Israele per continuare l’aggressione.”


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