Quasi metà popolazione di Rafah “costretta alla fuga”
Philippe Lazzarini denuncia: “800 mila persone sono di nuovo state costrette alla fuga. La tesi che le persone a Gaza possono spostarsi in zone ‘sicure’ o ‘umanitarie’ è falsa. Gaza non ha zone sicure. Non ci sono posti sicuri, non ci sono persone al sicuro.”
foto via X @UNRWA
|
Il commissario generale dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, ha pubblicato un lungo post su X in cui denuncia che “quasi metà della popolazione di Rafah è di nuovo per strada,” “800 mila persone sono di nuovo state costrette alla fuga.” “Da quando è iniziata la guerra a Gaza, i palestinesi sono stati costretti alla fuga diverse volte, alla ricerca di una sicurezza che non hanno mai trovato, nemmeno nei rifugi UNRWA.” “Ogni volta, sono costretti a lasciarsi alle spalle i pochi beni che hanno: materassi, tende, utensili da cucina e generi di prima necessità che non possono trasportare.” “La tesi che le persone a Gaza possono spostarsi in zone ‘sicure’ o ‘umanitarie’ è falsa.” “Gaza non ha zone sicure. Non ci sono posti sicuri, non ci sono persone al sicuro.” La dichiarazione di Lazzarini arriva al termine di una giornata violentissima: le IDF hanno ucciso almeno 93 persone in sole 24 ore, in una serie di attacchi particolarmente gravi — tra gli altri, almeno 20 persone sono state uccise nel campo profughi di Nuseirat, 9 nella città di Gaza, 28 in un complesso residenziale nei pressi dell’ospedale Kamal Adwan. 8 persone sono state uccise mentre erano in fila per rifornirsi di acqua a al-Faluja.
In Israele, le tensioni nel gabinetto di guerra di Netanyahu sono arrivate al punto di rottura: Benny Gantz ha annunciato che il suo Partito di Unità Nazionale lascerà la coalizione di governo se Netanyahu non presenterà un piano per il dopoguerra a Gaza entro l’8 giugno. Le richieste di Gantz fanno eco a quelle di Gallant dei giorni scorsi, ma non sono da interpretare come più moderate o “pacifiste” rispetto al resto della coalizione. Specificamente, tra le richieste di Gantz c’è comunque di “rovesciare Hamas, demilitarizzare la Striscia di Gaza e ottenere il controllo della sicurezza [su Gaza] da parte israeliana,” e anche “creare un meccanismo di governo civile internazionale,” “che serva come base per una alternativa futura che non sia Hamas e non sia Abbas.” Netanyahu ha risposto in modo nervoso alle richieste, definendole “false parole il cui vero significato è chiaro”: “La fine della guerra e la sconfitta di Israele, abbandonare grande parte degli ostaggi, lasciare Hamas intatto e la creazione di uno stato palestinese.” Gantz ha a sua volta risposto, dicendo che nessuno “ha intenzione di istituire uno stato palestinese,” e che anche “i sauditi non lo stanno chiedendo.”
Sabato sera in Israele si sono tenute di nuovo proteste contro il governo Netanyahu VI e per la liberazione dei prigionieri israeliani — a Tel Aviv ci sono stati scontri rilevanti con la polizia, che ha usato anche cannoni ad acqua contro i manifestanti.