L’Italia nel club europeo omobilesbotransfobico
L’Italia non ha firmato la dichiarazione comunitaria preparata per la Giornata Mondiale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia. La ministra Roccella ha dichiarato: “Non firmeremo nulla che riguardi la negazione dell’identità maschile e femminile”
L’Italia non ha firmato la dichiarazione comunitaria preparata per la Giornata Mondiale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia. Il documento si esprimeva in favore del “continuo avanzamento” dei diritti delle persone LGBTQ+ e proponeva la nomina di un nuovo Commissario per l’uguaglianza nella prossima Commissione europea. 18 paesi su 27 hanno firmato la dichiarazione, e l’Italia è il paese europeo più grande a non aver firmato — gli altri 8 paesi sono Ungheria, Romania, Bulgaria, Lituania, Lettonia, Croazia, Slovacchia e Repubblica Ceca. Tra questi, però, si sono espressi apertamente in modo contrario alla legge solo Italia, Ungheria, Romania e Bulgaria — lasciando aperta la possibilità che gli altri si adeguino alla posizione della maggioranza dei paesi europei.
La ministra delle Pari opportunità Roccella ha giustificato la scelta con una serie di dichiarazioni fondamentaliste, dichiarando che “non abbiamo invece firmato e non firmeremo nulla che riguardi la negazione dell’identità maschile e femminile, che tante ingiustizie ha già prodotto nel mondo in particolare ai danni delle donne.” Secondo Roccella, addirittura, “il governo italiano è in prima linea contro ogni discriminazione in tutto il mondo, da qualsiasi parte provenga,” mentre invece “la sinistra usa la sacrosanta lotta contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale come foglia di fico per nascondere il suo vero obiettivo, e cioè il gender.” Ancora: “Se la sinistra ed Elly Schlein vogliono riproporre la legge Zan, il gender e la possibilità di dichiararsi maschio o femmina al di là della realtà biologica, abbiano il coraggio di dirlo con chiarezza. Se è il gender che vogliono, lo propongano apertamente e lo facciano in campagna elettorale, così da consentire agli elettori di esprimersi anche su questo.” Come sempre non è 100% chiaro cosa si intenda con questo famigerato “gender” millantato dalla ministra.
“Che rabbia e che vergogna,” ha commentato Elly Schlein, “Il Partito democratico continuerà a battersi per una legge contro l’omobilesbotransfobia, come il Ddl Zan, che questa destra che oggi governa aveva vergognosamente affossato con un applauso e con delle risate sguaiate sulla pelle delle persone Lgbt. E dall’altra parte continueremo a batterci per assumere il pieno riconoscimento dei diritti della comunità Lgbt, a partire dai figli e dalle figlie delle coppie omogenitoriali, a partire dal rafforzamento delle adozioni e dal contrasto alle teorie riparative, così come ad un matrimonio egualitario, perché l’amore non si può discriminare.” Conte ha commentato la notizia con un lungo post su X, scrivendo che il governo Meloni “ha deciso di inseguire il modello culturale orbaniano”: “Questa è la posizione di chi ci governa. Ma il Paese — ne sono convinto — è più avanti di questa politica reazionaria.” “Rispondiamo a gran voce a questa mentalità gretta rafforzando i diritti e le tutele riconoscendo l’assoluta libertà di amare chi vuoi e come vuoi.”