La manifestazione a Sderot. Foto via X @Hashomer_ISR
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Più di mezzo milione di palestinesi sono di nuovo in fuga: circa 450 mila persone hanno lasciato Rafah con l’intensificarsi delle operazioni dei giorni scorsi, e altre 100 mila persone stanno di nuovo fuggendo da nord della Striscia, in seguito al ritorno di combattimenti in aree dove in precedenza l’esercito israeliano aveva dichiarato di aver concluso le operazioni. Con l’intensificazione dei bombardamenti, il numero di uccisi nelle scorse ore ha raggiunto uno dei numeri più alti delle ultime settimane: in sole 24 ore le IDF hanno ucciso 82 persone.
Oggi è il 76esimo anniversario della Nakba, la “catastrofe” in cui circa 700 mila palestinesi sono stati costretti a lasciare le loro case in seguito alla guerra del 1948. Dopo la guerra, le autorità israeliane impedirono agli sfollati di tornare in Israele — perché avrebbero trasformato il paese, portandolo a maggioranza palestinese. Nella Striscia di Gaza, tre quarti degli abitanti sono discendenti di sfollati della Nakba — molti altri vivono ora in Libano, Siria, e in Giordania. Tra lunedì e martedì, invece, la popolazione ebraica di Israele ha celebrato l’anniversario di Yom HaAtzmaut, il “giorno dell’indipendenza.” Nonostante la guerra le celebrazioni si sono tenute comunque, seppur con toni più moderati rispetto alle grandi feste degli anni scorsi.
Durante una manifestazione di estrema destra per il giorno dell’indipendenza, a Sderot, poco distante dalla Striscia di Gaza, il ministro alla Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha dichiarato che gli israeliani devono “tornare subito a Gaza” — “Torniamo a casa! Alla terra santa!” — e che Israele deve “incoraggiare” la “migrazione volontaria” dei palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza. Alla stessa manifestazione era presente anche il ministro delle Comunicazioni Shlomo Karhi, che ha detto ancora più esplicitamente che “per preservare i successi di sicurezza (sic) per cui sono morti i nostri soldati, dobbiamo ricolonizzare Gaza, con forze di sicurezza e coloni che abbracceranno la terra con amore. “Questo è l’unico vero modo per farla pagare ai nazisti di Hamas e difendere la nostra nazione.”
Vi ricordate quando Joe Biden diceva che avrebbe sospeso l’invio di armi ad Israele in caso di un attacco di terra a Rafah? Nonostante ci siano 450 mila civili in fuga dai carri armati e dai bombardamenti israeliani, l’amministrazione Biden ha confermato che invierà un altro miliardo di dollari in armi e munizioni a Israele. Il pacchetto comprende: 700 milioni di dollari in munizioni per carri armati, 500 milioni in veicoli tattici, e 60 milioni in colpi di mortaio. Mentre scriviamo non è chiaro quando la spedizione verrà realizzata.