foto via X @vonderleyen
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La presidente della Commissione europea von der Leyen ha fatto visita a Roma — ma se non fosse per l’intervista a Che Tempo Che Fa, non ce ne si poteva nemmeno accorgere: von der Leyen doveva incontrare Salvini e Tajani nel contesto del suo tour elettorale per la candidatura a un secondo mandato, ma la sua presenza è passata in sordina — Forza Italia lunedì ha aperto la propria campagna elettorale per le elezioni europee, l’aveva in casa, ma non l’ha portata sul palco. Si tratta di una decisione radicale — giustificata goffamente dicendo che la presenza di von der Leyen “non era prevista” — ma che si spiega facilmente con le tensioni presenti in tutto il PPE e anche in Forza Italia sulla candidatura di von der Leyen, e sulla sua esplicita apertura a ECR di Meloni.
La campagna elettorale di Von der Leyen è molto affaticata: apertamente sgradita a una parte consistente del proprio partito, non può appoggiarsi troppo apertamente sull’estrema destra — come ha spiegato semplicemente l’europarlamentare ceco Alexandr Vondra, l’ECR non ha dato a von der Leyen “un assegno in bianco” per formare una coalizione tra destra ed estrema destra. Al contempo, però, è trasparente che i lavori per mettere in sicurezza per questa alleanza — quel progetto che Meloni descrive come il portare la coalizione al governo in Italia in Europa — siano bene in corso. Rispondendo alla possibilità di un’alleanza con ECR, von der Leyen è stata possibilista ancora in un’intervista con l’ANSA di lunedì, dicendo che “è più che mai importante che un’ampia coalizione di forze pro-europee”: “Lavorerò quindi con tutti coloro che sono chiaramente impegnati a favore dello Stato di diritto, dell’Unione europea e dell’Ucraina.”
La campagna elettorale di von der Leyen è molto affaticata: anche perché non c’è chi se ne occupi, in realtà — von der Leyen ha affidato la propria comunicazione, per una campagna da 5,2 milioni di euro, all’agenzia tedesca Cosmonaut & Kings, che però, ad un mese dalle elezioni, non ha il personale sufficiente per gestire il carico di lavoro — e ora sta cercando di aumentare il proprio staff cercando collaboratori su LinkedIn. I 5,2 milioni spesi da von der Leyen arrivano dal PPE, che riceve tre quarti dei propri fondi dal Parlamento europeo — sono fondi pubblici, insomma — e solo un quarto dai propri membri.