Non una festa, ma una giornata di mobilitazione — o quasi

Il segretario Uil Bombardieri ha dichiarato: “Non è una festa, è una giornata di mobilitazione. Non può essere una festa finché ci sarà anche un solo morto sul lavoro.”

Non una festa, ma una giornata di mobilitazione — o quasi
foto via Facebook / CGIL

Mercoledì si sono tenute celebrazioni in tutta Italia per la Festa dei lavoratori, a cominciare dal classico concertone di Roma, quest’anno al Circo Massimo anziché in Piazza San Giovanni: ieri è stata protagonista la pioggia, che a un certo punto ha addirittura fatto saltare l’impianto elettrico. Non ci sono stati molti proclami o appelli a carattere politico degni di nota da parte degli artisti. Da segnalare Big Mama: “Il Primo Maggio deve essere fino in fondo la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, per il lavoro, per la giustizia sociale e contro le violenza sulla donne. Le donne sono trattate peggio e pagate meno sul lavoro. In Italia una donna su due non ha lavoro, molte donne hanno un lavoro precario o povero o costrette al part time. Nel privato lo stipendio è di circa 8mila euro più basso di quello di un uomo. Una donna su cinque lascia il lavoro dopo un figlio. Eppure le donne si laureano di più e con voti più alti.” Lo scrittore e personaggio televisivo Stefano Massini ha criticato il fatto che “se dici antifascista ti identifica la Digos.” Massini ha anche fatto notare che la poca loquacità degli artisti dal palco è probabilmente anche dovuta alle mani avanti messe dalla Rai: “Mi hanno fatto firmare non so quante carte prima di salire sul palco. Vorrei dire alla Digos: identificateli tutti!” A Taranto invece si è tenuto il concerto del 1° maggio Libero e pensante, che ha tenuto gli onori delle cronache per un post del direttore artistico Michele Riondino, che era stato aspramente criticato dal governo per aver pubblicato una foto di La Russa a testa in giù — più seriamente, è stata letta una lettera di Ilaria Salis, che ha ringraziato da Budapest per il sostegno a distanza.

A livello strettamente politico invece è da segnalare la commemorazione della strage di Portella della Ginestra, in Sicilia, dove sono intervenuti sia Schlein che Conte. Nonostante le tensioni e le schermaglie rituali in vista delle elezioni europee, i due principali partiti di opposizione sembrano quasi condannati a svolgere un percorso almeno parallelo, viste le loro posizioni attuali su argomenti importanti come lavoro e occupazione — una militante del Pd locale ha addirittura scritto una lettera a Conte per chiedergli di creare “un’alleanza per sconfiggere la destra.” Conte ha risposto di essere intenzionato a lavorare al progetto e che firmerà il referendum della Cgil contro il Jobs act. “Oggi è la festa del primo maggio – ha spiegato Conte – ma non dei lavoratori sotto pagati, dei lavoratori poveri, dei lavoratori precari. Dignità del lavoro significa avere un lavoro che dà soddisfazione, un lavoro che consenta anche di poter curare gli interessi personali, la vita familiare e affettiva, e consenta la giusta retribuzione. Un lavoro che non sia ‘nero.” Elly Schlein invece ha detto di essere “al fianco di lavoratrici e lavoratori che vogliono migliorare le loro condizioni materiali che sono peggiorate in quest’anno a causa delle scelte fatte dal governo Meloni che esattamente un anno fa sceglieva di aumentare la precarietà in Italia.” Per Schlein sarà inevitabilmente più difficile aderire alla proposta della Cgil, dato che una parte sostanziale del suo partito il Jobs act l’ha fatto.

I sindacati confederali, oltre che a organizzare Portella della Ginestra e a mettere il nome sul concertone, hanno tenuto diverse altre iniziative in giro per l’Italia: a Monfalcone, in provincia di Gorizia, si è tenuta una manifestazione a cui hanno partecipato i segretari di Cgil, Cisl e Uil — un fatto tutto sommato degno di nota, visto che la Cisl negli ultimi anni è sempre stata particolarmente crumira poco propensa a condividere iniziative con gli altri due sindacati. Secondo il segretario Uil, Pierpaolo Bombardieri, “Oggi non è una festa, è una giornata di mobilitazione. Non può essere una festa finché ci sarà anche un solo morto sul lavoro.” Il segretario Cgil, Maurizio Landini, ha invece criticato le recenti iniziative-regalo del governo Meloni: “Il bonus Befana è uno spot, una marchetta elettorale. È sotto gli occhi di tutti che la gente non arriva a fine mese, ci sono più di 7 milioni di persone che pur lavorando sono povere. Pensare che tutto questo si risolva dando 100 euro lordi a gennaio e ad una platea limitata di persone credo sia un insulto al buon senso.”


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