La “disumanizzazione dilagante” dell’aggressione israeliana di Gaza
Mentre il mondo osserva con preoccupazione la possibile reazione israeliana all’attacco di ritorsione iraniano, l’escalation a Gaza è già iniziata: mercoledì le IDF hanno condotto 40 bombardamenti, e a Rafah sono stati uccisi 7 civili, tra cui 3 minorenni
foto: Wafa
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Mentre il mondo osserva con preoccupazione la possibile reazione israeliana all’attacco di ritorsione iraniano, l’escalation a Gaza è già iniziata. Mercoledì l’aviazione ha condotto un nuovo attacco sulla città di Rafah, uccidendo 7 civili, tra cui 3 minorenni. Secondo il think tank statunitense Critical Threats Project i militari israeliani hanno lanciato 40 bombardamenti separati nel corso di una sola giornata. Un’inchiesta di Maha Hussaini accusa le IDF di omicidi particolarmente grotteschi e sconcertanti: a quanto pare vengono droni che riproducono registrazioni di bambini che piangono o di persone che chiedono aiuto per far uscire allo scoperto persone che avevano trovato rifugio — per poi sparargli. È solo l’esempio più recente di quella che il commissario generale dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, ha definito “disumanizzazione dilagante,” in un proprio intervento al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di mercoledì: “Le ferite profonde di questa regione non possono essere curate senza coltivare empatia e rifiutare la disumanizzazione dilagante, sia nella retorica politica che nel cattivo uso di nuove tecnologie di guerra.” È in questo contento che Lazzarini avverte delle conseguenze a cui la regione andrebbe incontro se l’UNRWA venisse smantellata, un obiettivo politico israeliano di lungo corso, che precede di decenni l’inizio dell’attuale aggressione.
Le azioni del governo Netanyahu VI stanno erodendo quel poco di spazio diplomatico rimasto per far proseguire la trattativa: i mediatori qatarini hanno dichiarato che il dialogo è arrivato a “uno scoglio,” e il Primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, ha dichiarato che il paese stava riconsiderando del tutto il proprio ruolo, perché alcune parti coinvolte nella trattativa — senza specificare quali — avevano usato il dialogo per avanzare i propri “interessi politici specifici” e avevano causato “sopprusi e danni” al ruolo di Doha. Venerdì, nel frattempo, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si dovrà esprimere sulla possibilità di considerare lo stato palestinese come stato membro ONU — gli analisti prevedono che Washington utilizzerà di nuovo il proprio potere di veto per impedire un esito sgradito a Israele.
Nonostante il rischio palese che l’aggressione di Gaza si estenda in un conflitto regionale, la Casa bianca insiste sulla necessità di continuare ad armare Tel Aviv. Joe Biden ha scritto un editoriale per il Wall Street Journal invitando i politici repubblicani a sostenere i nuovi finanziamenti per l’armamento di Ucraina e Israele, perché “entrambi i paesi hanno bisogno urgente dell’aiuto statunitense per difendersi contro avversari audaci che hanno come obiettivo il loro annientamento.” Su Israele, Biden scrive esplicitamente che, senza ulteriori armamenti per le IDF, “se l’Iran riesce a fare una escalation significativa nel proprio attacco a Israele, le forze statunitensi potrebbero trovarsi coinvolte (nel conflitto).” “Possiamo rendere questo esito meno probabile rifornendo le difese aeree israeliane e offrendo aiuti militari ora.”