La diplomazia dei droni 

Nonostante la tensione altissima è chiara l’intenzione da parte dell’Iran e degli alleati occidentali di Israele di evitare che il conflitto si allarghi ulteriormente

La diplomazia dei droni 
Missili iraniani sopra la Knesset. Foto via Twitter @intelcrab

​​L’Iran ha lanciato il proprio attacco di ritorsione contro Israele, in seguito all’attacco del primo aprile da parte delle IDF contro il consolato iraniano a Damasco, in Siria. Teheran ha lanciato centinaia di droni esplosivi e missili nel primo attacco massiccio su territorio israeliano dall’inizio dell’aggressione di Gaza. Nonostante la portata nominalmente massiccia dell’attacco, Israele ha riportato pochissimi danni — molti missili e droni sono stati abbattuti dall’esercito statunitense, ma gran parte è stato distrutto dalla notoriamente solida difesa antiaerea israeliana.

Molti leader del mondo hanno espresso la propria preoccupazione, mentre quelli più vicini agli Stati Uniti hanno apertamente condannato l’attacco iraniano. Joe Biden è tornato a definire il supporto statunitense per Israele come “ferreo,” e Borrell ha descritto gli attacchi come “inaccettabili,” dicendo che costituiscono “una escalation inaccettabile e una grave minaccia alla sicurezza regionale.” Il segretario generale dell’ONU Guterres ha dichiarato di essere “molto preoccupato dal rischio reale di una escalation devastante a livello regionale,” e ha chiesto a “tutte le parti” di “esercitare la massima moderazione”: “Ho ripetuto più volte che la regione e il mondo non possono permettersi un’altra guerra.”

Nonostante la tensione altissima — si è trattato di un dispiego di forze rilevante, ma che poteva essere drasticamente più distruttivo — è chiara l’intenzione da parte dell’Iran e degli alleati occidentali di Israele di evitare che il conflitto si allarghi ulteriormente. La missione di Teheran alle Nazioni Unite ha dichiarato l’operazione costituiva “legittima difesa,” e avveniva “in risposta all’aggressione del regime sionista contro le nostre strutture diplomatiche a Damasco.” Soprattutto, la missione diplomatica ha sottolineato che, ora che l’attacco di ritorsione era stato lanciato, l’Iran considerava “questa materia” “conclusa” — un modo per auspicare che non ci siano ulteriori escalation. Il messaggio prosegue poi: “Se il regime israeliano dovesse fare altri errori, la risposta dell’Iran sarà più severa in modo considerevole. Questo è un conflitto tra l’Iran e il regime canaglia israeliano, da cui gli Stati Uniti devono GIRARE AL LARGO.” (maiuscole in originale)

Conducted on the strength of Article 51 of the UN Charter pertaining to legitimate defense, Iran’s military action was in response to the Zionist regime’s aggression against our diplomatic premises in Damascus. The matter can be deemed concluded. However, should the Israeli…

— Permanent Mission of I.R.Iran to UN, NY (@Iran_UN) April 13, 2024

L’escalation, però, si fa in due, e ovviamente il governo Netanyahu VI già minaccia tremenda vendetta. Il Primo ministro israeliano ha detto che Israele è “pronto per ogni scenario, sia in difesa che in attacco,” “siamo determinati con un principio chiaro: chiunque ci farà del male, gli faremo del male. Ci difenderemo contro ogni minaccia e lo faremo con lucidità e determinazione.” Per conto proprio, nonostante le dichiarazioni di supporto ferreo, secondo un retroscena di Axios, sabato Biden ha informato Netanyahu che gli Stati Uniti non avrebbero sostenuto un ulteriore attacco israeliano contro l’Iran.


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