Anche secondo i negoziatori israeliani Netanyahu ostacola la trattativa

Il canale israeliano 12 ha pubblicato una testimonianza esclusiva di due funzionari israeliani coinvolti nella trattativa per il cessate il fuoco al Cairo. Uno dei due negoziatori lamenta la “mancanza di attenzioni” da parte del Primo ministro, che si rifiuta di accettare idee e suggerimenti

Anche secondo i negoziatori israeliani Netanyahu ostacola la trattativa
grab via X @netanyahu

Il canale israeliano 12 ha pubblicato una testimonianza esclusiva di due funzionari israeliani coinvolti nella trattativa per il cessate il fuoco al Cairo. Uno dei due negoziatori lamenta la “mancanza di attenzioni” da parte del Primo ministro, che si rifiuta di accettare idee e suggerimenti altrui. “Può essere che arriveremo a un accordo alla fine, ma sarà un accordo peggiore di quello che avremmo potuto raggiungere due mesi fa. Non possiamo perdere altro tempo.” L’ufficio del Primo ministro ha addossato la responsabilità dei ritardi ad Hamas, accusando il gruppo di “continuare a presentare richieste allucinanti.” Il problema ovviamente non si ferma a solo Netanyahu — per più membri del gabinetto di guerra un accordo per liberare prigionieri è irricevibile, e in precedenza i ministri di estrema destra Ben–Gvir e Smotrich hanno minacciato dimissioni in caso di accordi. Il leader dell’opposizione Yair Lapid aveva annunciato che avrebbe sostenuto un accordo per liberare i prigionieri, in caso di defezione da parte degli elementi più estremisti della coalizione.

Il governo Netanyahu VI, nel frattempo, dovrà fare i conti con le conseguenze del proprio attacco contro l’ambasciata iraniana in Siria: secondo due funzionari statunitensi che hanno parlato con CBS News, la rappresaglia iraniana potrebbe arrivare già nelle prossime ore, e comunque entro venerdì prossimo. Parlando con la stampa, Biden ha inviato un monito alla leadership iraniana, chiedendo di non rispondere all’attacco israeliano: “Non fatelo.” Per l’amministrazione Biden la situazione è da cortocircuito: il sostegno incondizionato di Washington a Tel Aviv non è mai stato così chiaramente in contrapposizione con l’obiettivo di evitare nuove guerre nella regione. La gestione della crisi da parte della Casa bianca è stata finora disastrosa, ripetutamente incoraggiando — con la promessa di nuovi armamenti — comportamenti del governo israeliano che non solo hanno portato all’aggressione di Gaza, ma che attivamente minacciano la stabilità della regione.

Nel frattempo, la strage a Gaza continua: sabato le autorità locali hanno pubblicato due aggiornamenti, confermando le uccisioni di almeno 35 civili — a cui si dovrà andare ad aggiungere un numero imprecisato di morti causati da un bombardamento nel nord della Striscia. Come sempre, si tratta in larga maggioranza di donne e minorenni. Nel frattempo, la situazione sanitaria nella Striscia continua a peggiorare: con l’aumento delle temperature si stanno diffondendo malattie idrotrasmesse. La diffusione di acque contaminate e le condizioni poco igieniche rischiano di far emergere colera, diarrea, dissenteria e epatite A.


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