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Oggi si terrà uno sciopero generale di 4 ore dei dipendenti del settore privato, indetto da Cgil e Uil. I dipendenti del settore edile, invece, sciopereranno per 8 ore, mentre in Emilia-Romagna, a causa della strage di Bargi, lo sciopero è stato esteso a tutti i dipendenti pubblici e privati. Lo scopo dello sciopero è chiedere “zero morti sul lavoro,” “una giusta riforma fiscale” e “un nuovo modello sociale e di fare impresa.” Secondo il segretario della Cgil Maurizio Landini, che sarà alla manifestazione di Brescia, “siamo di fronte all’ennesima strage. Ogni giorno in media muoiono tre persone, poi ogni mese succedono cose di questa natura con più morti. C’è un modello di fare impresa che non va bene e che va cambiato.” Venerdì 12 aprile, invece, a Torino si terrà il più importante sciopero dei dipendenti del settore auto degli ultimi 15 anni.
In quest’ultimo caso l’obiettivo dello sciopero è chiedere a Fiat-Stellantis nuovi investimenti certi, visto che l’aria che si respira in città sembra essere quella di un lento smantellamento degli impianti esistenti. C’era attesa per l’incontro dei sindacati con l’ad dell’azienda, Carlos Tavares, che però è arrivato alla riunione scegliendo la strada del bullismo duro scontro: dopo aver definito “fake news” le notizie sulla presunta fuga del gruppo dall’Italia, si è rivolto in maniera francamente inaudita al governo e in particolare al ministro del Made in Italy, Adolfo Urso. Parlando della possibilità dell’arrivo di un produttore di auto cinese ha minacciato dicendo che “siamo in grado di tenere testa ai competitor cinesi, se qualcuno vuole introdurre competitor cinesi sarà responsabile delle decisioni impopolari che dovranno essere prese. Se siamo sotto pressione possiamo accelerare la produttività per ridurre i costi. Inoltre se perdiamo quote di mercato servono meno stabilimenti. Introdurre la concorrenza cinese è una grande minaccia per Stellantis. Noi combatteremo, ma quando si combatte possono esserci vittime.”
Nel frattempo, ci sono sempre meno speranze per i 4 lavoratori dispersi nella centrale idroelettrica di Bargi, sul lago di Suviana. Le ricerche sono riprese in serata, dopo essere state sospese per ore perché l’acqua all’interno della struttura continuava a salire. Nelle operazioni di soccorso sono coinvolti 100 vigili del fuoco. Il responsabile della comunicazione in emergenza dei Vigili del fuoco Luca Cari ha detto che si può solo “procedere passo passo” a causa della mancanza di visibilità in acqua. Cari ha specificato: “Manteniamo la speranza di trovare vivi i dispersi, ma valutando lo scenario molto complesso non ci fa pensare a possibilità di una loro sopravvivenza.”
Gli esperti stanno iniziando a ipotizzare le cause dell’incidente — è escluso che si sia trattato di un problema strutturale, ma di impiantistica. Non si sa ancora quale sia stata la causa effettiva dell’esplosione, e quale il combustibile che ha fatto divampare le fiamme, in particolare perché, come sottolinea Daniele Carnevale, professore associato di Ingegneria dell’automazione all’Università di Roma Tor Vergata, “tutti gli impianti di questo tipo hanno sistemi di rilevamento dei gas.” La procura di Bologna sta indagando per omicidio colposo e disastro: uno dei punti centrali dell’indagine sarà stabilire se sono state rispettate le norme di sicurezza, in particolare nel contesto di appalti e subappalti. Come nel grave incidente ferroviario di Brandizzo, infatti, i lavoratori uccisi lavoravano per una ditta appaltatrice — la liberalizzazione di appalti e subappalti da parte del governo, lo scorso anno, era già stata indicata dai sindacati come potenzialmente pericolosa per gli standard di sicurezza sul lavoro. I sindacati avevano denunciato problemi alla centrale idroelettrica già nel 2022, all’inizio dei lavori di ammodernamento, citando di possibili irregolarità. All’epoca la Uil aveva specificamente sollevato la questione delle certificazioni dei lavoratori impegnati nei lavori, in particolare sulle saldature.
Alessandro Massone ha contribuito a questo articolo.