Gli Stati Uniti chiedono un cessate il fuoco “senza indugi” — 6 mesi dopo

Biden ha detto che la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è “inaccettabile,” e che il governo israeliano deve “annunciare e implementare” “una serie di passi specifici, concreti e misurabili” per rispondere alla crisi umanitaria

Gli Stati Uniti chiedono un cessate il fuoco “senza indugi” — 6 mesi dopo
Biden al telefono con Netanyahu in una foto del maggio 2021. Via Twitter @WhiteHouse

In seguito all’uccisione degli operatori umanitari di World Central Kitchen, Biden ha sentito al telefono Netanyahu. Non deve essere stata una conversazione distesa: la Casa bianca riporta che Biden ha detto che la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è “inaccettabile,” e che il governo israeliano deve “annunciare e implementare” “una serie di passi specifici, concreti e misurabili” per rispondere alla crisi umanitaria che ha causato. Biden ha chiesto che si arrivi a un “cessate il fuoco immediato,” per cui è necessario arrivare a un accordo “senza indugi.” In seguito alla telefonata, è stata decisa la riapertura “temporanea” di tre varchi, da cui dovrebbero potere entrare aiuti umanitari — per sfamare i sopravvissuti, almeno: il gabinetto di guerra israeliano ha inquadrato l’annuncio dicendo che “i maggiori aiuti eviteranno una crisi umanitaria e sono necessari per garantire il proseguire dei combattimenti e il raggiungimento degli obiettivi della guerra.”

Arrivare a un accordo “senza indugi,” invece, sarà più difficile: il funzionario di Hamas Osama Hamdan ha descritto la situazione dicendo che “i negoziati sono bloccati in un circolo vizioso.” Le due parti restano d’altronde profondamente divise: Hamas chiede che qualsiasi cessate il fuoco venga inquadrato come primo passo per mettere fine all’aggressione di Gaza, mentre i rappresentanti di Tel Aviv non intendono mettere nero su bianco che le operazioni militari eventualmente dovranno finire, e vorrebbero che l’accordo si risolvesse in uno scambio di prigionieri. Finora i tentativi di mediazione, condotti da Qatar ed Egitto insieme agli Stati Uniti, non hanno portato a nessun accordo — il direttore della CIA Bill Burns tornerà al Cairo questo fine settimana nel tentativo di sbloccare la situazione.

Un’indagine di Human Rights Watch nel frattempo denuncia un “evidente” crimine di guerra compiuto dalle IDF il 31 ottobre 2023 — quando l’aviazione israeliana ha bombardato un edificio residenziale di sei piani, uccidendo 106 civili, tra cui 54 bambini. L’organizzazione lo definisce come “tra i singoli incidenti con più morti dall’inizio dei bombardamenti e dell’incursione di terra” su Gaza e non ha trovato nessuna prova che ci fossero obiettivi militari nelle vicinanze nel momento dell’attacco — rendendo il bombardamento un attacco indiscriminato e illegale di fronte alla legge internazionale. Ad oggi le autorità israeliane non hanno fornito nessuna giustificazione per quell’attacco. Le IDF, d’altronde, sono note condurre indagini insufficienti sugli incidenti che portano alle uccisioni di civili — questo da ben prima dell’inizio di questa campagna. Non per caso, infatti, World Central Kitchen chiede che sull’uccisione dei propri operatori umanitari sia condotta un’indagine indipendente, non gestita dai militari israeliani.


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