Un assegno anti–migranti per al–Sisi

L’Unione europea ha firmato un costoso accordo per limitare l’arrivo di migranti provenienti o transitanti dall’Egitto. HRW spiega: “L’ossessione per il controllo delle migrazioni” dell’Unione europea porta a “ignorare gli abusi” e “consolida l’oppressione”

Un assegno anti–migranti per al–Sisi
foto via Twitter @vonderleyen

Continuano gli investimenti dell’Unione europea per alzare le mura della Fortezza Europa. L’Unione europea ha firmato un costoso accordo per limitare l’arrivo di migranti provenienti o transitanti dall’Egitto. Secondo un documento visto da POLITICO l’Egitto riceverà 7,4 miliardi di euro, divisi in diverse tranche — alcuni finanziamenti diretti, altri prestiti — tra il 2024 e il 2027. In totale, 5 miliardi saranno pgati sotto forma di prestiti agevolati, mentre 1,8 miliardi sono investimenti strategici. I restanti 600 milioni sono finanziamenti — tra questi ce n’è uno da 200 milioni espressamente per il controllo delle migrazioni, che sono il vero cuore dell’accordo. Il pacchetto serve sì per mettere in sicurezza l’economia egiziana, che da tempo è in crisi, tra disoccupazione e inflazione, ma anche fornire risorse direttamente alle forze di sicurezza egiziane. I due temi sono strettamente collegati: von der Leyen ha dichiarato esplicitamente che “finanziamo investimenti in modo da creare più attività economica in Egitto, in modo che la generazione più giovane stia qui.” (sic) L’Egitto, inoltre, “si sta scontrando con una grande crisi migratoria di rifugiati sudanesi, siriani e palestinesi, che arrivano in massa. Il nostro obiettivo è aiutarli a far fronte [alla crisi,] che stanno gestendo con disperazione.”

Con von der Leyen erano presenti Giorgia Meloni, il Primo ministro belga Alexander De Croo, il Primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, il cancelliere austriaco Karl Nehammer e il presidente di Cipro Nikos Christodoulides. Il ruolo di Meloni nell’avanzamento di accordi come questo è rilevante — la presidente del Consiglio italiana si è vantata: “Io penso che sia molto prezioso quello che stiamo facendo e penso che sia estremamente prezioso il ruolo dell’Italia, perché l’Italia su questo nuovo modello di cooperazione con l’Africa, e su questo nuovo modello per affrontare alla radice la questione dei flussi migratori irregolari, ha fatto scuola.” Meloni ha aggiunto ai margini qualche commento imbarazzato sul caso Regeni. L’Italia, infatti, “pone tendenzialmente sempre (!) la questione” dell’omicidio del ricercatore friulano. L’accordo con l’Egitto “non cambia la nostra posizione. Dopodiché, vediamo… (!!) Per noi è importante che il processo vada avanti e continueremo a tentare di ottenere anche qualcosa di più, ma quello che dobbiamo fare è andare avanti sul fronte della verità e della giustizia.”

La settimana scorsa un gruppo di europarlamentari ha dichiarato espressamente che la Commissione europea “finanzia i dittatori,” commentando come 150 milioni dell’accordo tra UE e Tunisia dell’anno scorso sono andati direttamente a Kaïs Saïed. Nei giorni scorsi, commentando l’imminente finanziamento all’Egitto, Human Rights Watch ha dichiarato che l’Unione europea avrebbe “premiato il leader autocratico egiziano”: “L’ossessione per il controllo delle migrazioni” dell’Unione europea porta a “ignorare gli abusi e consolida l’oppressione.” Schlein ha risposto duramente alle dichiarazioni di Meloni: “Dopo aver sbandierato lo slogan del “blocco navale” durante la campagna elettorale Giorgia Meloni non è riuscita a pretendere solidarietà sull’accoglienza nemmeno dai suoi alleati nazionalisti come Orban, ma si è messa a promettere accordi ingiusti e fallimentari come quello con la Tunisia e l’Albania, e oggi è finita in Egitto a promettere risorse al regime di al-Sisi per fermare le partenze, in un Paese che non è sicuro né per gli egiziani né per tutti gli altri, visto che il governo egiziano non ha alcun rispetto per i diritti umani.”


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