Distribuzione alimentare a Gaza. Foto: UNRWA
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Il portavoce del ministero della Salute di Gaza, Ashraf Al-Qudra, ha dichiarato che il numero di persone che hanno perso la vita a causa di malnutrizione è salito a 20. Il centro informazioni palestinese sottolinea, però, che il numero reale potrebbe essere molto superiore — si teme che molte persone stiano morendo di malnutrizione e disidratazione senza riuscire a raggiungere i pochi ospedali rimasti operativi nella Striscia di Gaza. Esattamente come le persone che muoiono in seguito ai bombardamenti e non vengono raggiunte dal personale sanitario, queste persone non entrano nei conteggi delle uccisioni, e con il tempo finiscono solo per apparire nelle liste dei dispersi. Mercoledì hanno perso la vita per malnutrizione due persone: nell’ospedale al–Shifa ha perso la vita un quindicenne, mentre nell’ospedale Kamal Adwan è morto un uomo di 72 anni. Nel frattempo, le IDF hanno di nuovo aperto il fuoco contro persone che aspettavano aiuti umanitari — questa volta all’altezza della rotonda Nabulsi nella città di Gaza. Mentre scriviamo risultano 8 feriti dall’attacco, ma non ci sono aggiornamenti a riguardo da diverse ore.
Il Sudafrica ha chiesto di nuovo alla Corte internazionale di giustizia di intervenire con ulteriori misure ad interim contro Israele. I funzionari sudafricani accusano il governo israeliano di aver ignorato le disposizioni in vigore, e chiedono l’assistenza nella Corte per disporre un cessate il fuoco e la liberazione di tutti i prigionieri. La presidenza sudafricana ha pubblicato una dichiarazione di denuncia: “La minaccia di una carestia totale si è materializzata. La corte deve agire subito per fermare la tragedia imminente, garantendo immediatamente ed effettivamente che i diritti che ha trovato minacciati nel contesto della Convenzione sul genocidio siano protetti.” Il Sudafrica chiede che queste misure vengano emesse senza mettere in calendario un altro giro di udienze, di fronte all’“urgenza estrema della situazione.”
Quanto è grave la mancanza di alimenti nella Striscia di Gaza: il vicedirettore esecutivo del Programma alimentare mondiale, Carl Skau, spiega che, per rispondere alle necessità di base della popolazione servirebbe raddoppiare il numero di camion che entrano nella Striscia: “In questo momento siamo attorno ai 150 camion, e abbiamo bisogno di almeno 300 camion al giorno in entrata.” Ovviamente, anche 150 camion sono un orizzonte lontano: martedì il PAM ha cercato di accedere per la prima volta da 2 settimane nel nord della Striscia — con un convoglio di 14 camion, e le IDF ne hanno bloccato l’accesso. Al momento non è nota la giustificazione con cui l’esercito ha vietato la consegna di alimenti. Prima dell’inizio dell’aggressione di Gaza entravano nella Striscia 500 camion al giorno — senza contare ovviamente tutte le consegne private e la circolazione di natura commerciale.