Usare gli aiuti umanitari come esca è già diventata ordinaria amministrazione
Le IDF hanno lanciato due attacchi in poche ore colpendo convogli umanitari o persone che stavano cercando cibo.
Il furgone che trasportava aiuti umanitari colpito dall’aviazione delle IDF. Foto: Wafa
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Le IDF hanno lanciato due attacchi in poche ore colpendo convogli umanitari o persone che stavano cercando cibo. Un attacco aereo su Deir al–Balah ha colpito un piccolo furgone che trasportava aiuti umanitari. Nell’attacco sono state uccise 8 persone. Poche ore dopo le forze di occupazione hanno aperto il fuoco contro un gruppo di persone che stava aspettando la consegna di farina nei pressi della rotonda Kuwait, nella città di Gaza. Mentre scriviamo non è chiaro quante persone siano state uccise e quante siano rimaste ferite in questo secondo attacco, ma il ministro della Salute di Gaza ha dichiarato che sono state uccise o ferite “decine” di persone. Sabato le IDF avevano lanciato un altro attacco contro un gruppo di persone che stava aspettando aiuti umanitari — nei pressi della stessa rotonda della strage di giovedì scorso — uccidendo una persona e ferendone 26.
Nel frattempo, il numero di bambini che muore per malnutrizione continua ad aumentare: il ministero della Salute di Gaza ha denunciato che nell’ospedale Kamal Adwan sono morti 15 bambini, e ce ne sono altri 6 in terapia intensiva, che soffrono di malnutrizione e disidratazione.
È difficile capire a che punto sia la trattativa per un cessate il fuoco: da Washington la pressione diplomatica è aumentata sensibilmente, con Kamala Harris che è arrivata a chiedere un “cessate il fuoco immediato” — anche se resta un cessate il fuoco di 6 settimane, e non permanente, come chiedono tutte le principali organizzazioni internazionali. Un rappresentante di Hamas ha dichiarato che la delegazione del movimento al Cairo sta “lavorando molto seriamente per arrivare a un accordo per fermare l’aggressione e intensificare l’ingresso di aiuti umanitari.” Israele, invece, alla fine non ha inviato i propri rappresentanti in Egitto.